Appello per la messa a bando delle MGF da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite

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Non c'é Pace Senza Giustizia (NPSG), il Comitato Inter-Africano contro le pratiche tradizionali che toccano la salute di donne e bambine (IAC), Euronet-FGM e l'associazione La Palabre hanno lanciato nel 2010 la Campagna per l'adozione, da parte della 65a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di una risoluzione che metta al bando le mutilazioni genitali femminili, rafforzando in questo modo la battaglia per la tutela dei diritti umani in tutto il mondo.
Noi crediamo, insieme ai più impegnati parlamentari e attivisti per i diritti delle donne in Africa, Europa e altri paesi in cui la pratica é diffusa, che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sia un momento cruciale per far crescere questa mobilitazione -in Africa e in tutto il mondo- arrivando alla messa a bando globale delle MGF.
 
La Risoluzione, oltre a rappresentare una messa al bando a livello globale delle MGF come violazione dei diritti umani universali e dell’integrità fisica delle donne e delle bambine, sarebbe anche un forte e chiaro sostegno per quelle associazioni e per quei Paesi che stanno lottando per mettere fine a questo dramma.
Inoltre questo strumento darebbe nuovo impeto agli sforzi volti a perfezionare le singole legislazioni nazionali anti-MGF o, per quei Paesi che non ne hanno, ad adottare leggi ad hoc, rafforzando gli sforzi delle attiviste e degli attivisti anti-MGF a livello nazionale e regionale e conferirebbe legittimità a quanti si battono per avere la legge in quegli Stati che ne sono ancora sprovvisti.
E' tempo che la questione delle MGF abbia la visibilità che merita, dando un supporto concreto a quanti dedicano la propria vita, a volte rischiandola, per assicurare che le future generazioni non subiscano più questa pratica.
 
 
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Appello per una messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
 
Noi sottoscritti cittadini di tutto il mondo e militanti per i diritti umani, riuniti oggi dopo anni di lotta affinché le mutilazioni genitali femminili siano riconosciute e condannate come violazione del diritto all’integrità della persona e coscienti che un divieto delle Nazioni Unite rafforzerà e apporterà un nuovo slancio agli sforzi che sono ancora necessari per eliminare a pratica ovunque nel mondo:
 
-chiediamo alla 65a Assemblea Generale delle Nazioni Unite di adottare una risoluzione per mettere  al bando le mutilazioni genitali femminili ovunque nel mondo;
 
-chiediamo ai nostri governi, così come a tutte le organizzazioni internazionali e regionali, di sostenere e promuovere l'adozione di questa Risoluzione;
 
-invitiamo i cittadini di tutto il mondo a sostenere e firmare questo appello per mettere al bando questa violenza generalizzata e sistematica commessa contro le donne e le bambine, in violazione del loro diritto fondamentale all'integrità personale.
 
 
 
L'appello, pubblicato il 15 Novembre 2010 sull' International Herald Tribune, é stato già firmato da importanti leader politici di oltre 42 paesi di tutto il mondo, tra cui Chantal Compaoré, First Lady del Burkina Faso, Mariana Mane Sanha, First Lady della Guinea Bissau, Janet Kataha Museveni, First lady dell'Uganda, Chantal De Souza Yayi, First lady del Benin, Clio Napoletano, First Lady dell'Italia, Moushira Mahmoud Khattab, Ministro della Famiglia e della Popolazione in Egitto, Raid Fahmi, Ministro della Scienza e della Tecnologia, Iraq, Hicham El Tall, Ministro della Giustizia, Giordania, Naha Mint Mouknass, Ministro degli Affrari Esteri, Mauritania, i Premi Nobel Nadime Gordimer, Desmond Tutu, Shirin Ebadi e Marty Ahtisaari, ma anche parlamentari, leader politici e attivisti della società civile dei paesi in cui la pratica é diffusa, ma non solo. Inoltre l'appello é stato firmato da oltre 40 Membri del Parlamento Europeo.
Per saperne di più e per avere la lista completa dei firmatari, visita il sito www.banfgm.org