Evento di alto livello sul bando universale delle mutilazioni genitali femminili

Roma, 3-5 febbraio 2013


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo oltre dieci anni di campagna a tutti i livelli condotta dall'associazione radicale Non c'è Pace Senza Giustizia e dalla Coalizione di Ong BanFGM, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato, il 20 dicembre scorso, la storica Risoluzione per la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (A/RES/67/146). La sua adozione riflette l'intesa della comunità internazionale nel definire le MGF una violazione dei diritti umani da combattersi con "tutte le misure necessarie, incluse la promulgazione e l'applicazione di leggi che proibiscano le MGF, proteggano donne e bambine da questa forma di violenza, e mettano fine all'impunità di chi le pratica". 
 
Proprio per assicurare che  la Risoluzione non rimanga una mera dichiarazione di principio ma che venga applicata e rispettata ovunque, Non c'è Pace senza Giustiziacon il sostegno del Ministero degli Esteri e dell'ENI, ha organizzato a Roma, il 4 e il 5 febbraio, una riunione ad alto livello  « Ban FGM - Si' al diritto, no all'impunità », ospitata dal Senato della Repubblica per la sessione inaugurale e dalla Farnesina per le conclusioni.  Alla conferenza  hanno preso parte, oltre a rappresentanti di governo italiani di primo piano come il Primo Ministro Mario Monti, il Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata ed il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, anche le First Ladies del Burkina Faso e della Guinea, nonché ministri, parlamentari ed esponenti della società civile provenienti da 18 paesi africani.
 
Dopo la risoluzione storica dell'Assemblea generale dell'Onu sulla messa al bando universale di questa pratica e alla vigilia della Giornata Internazionale di Tolleranza Zero contro le MGF, questo evento e' stato un'occasione di celebrazione ma anche e soprattutto di rilancio, coordinamento e definizione di nuove iniziative perche' la risoluzione Onu sia riconosciuta e tradotta in pratica. La conferenza internazionale si è chiusa con l’adozione per consenso di una dichiarazione finale richiedendo a tutti gli Stati del mondo, a partire da quelli dove questo fenomeno è praticato, devono impegnarsi politicamente per dare concrettezza a questo documento. Come indicato nella dichiarazione adottata, questo significa anche prevenire e condannare la comparsa della medicalizzazione della pratica delle mutilazioni genitali femminili, adottando strategie volte a proteggere l'insieme dei diritti fondamentali delle donne, e non solamente il loro diritto alla salute. Infine, per lottare contro il fenomeno transfrontaliero della pratica occorre armonizzare le azioni politiche e legislative e promuovere la cooperazione a livello regionale ed internazionale.
 
La maggioranza dei paesi nel mondo sono privi di una legislazione che protegga queste donne e bambine e anche dove le leggi sono state promulgate, raramente vi fa seguito la volontà politica di implementarle effettivamente. Ora è importante fare in modo che la risoluzione diventi un vero e proprio strumento nella lotta contro le MGF, e rafforzi davvero l’efficacia degli sforzi volti alla sua eliminazione. 
  

 
Per ulteriori informazioni contattare: Alvilda Jablonko, coordinatrice del programma MGF di Non c’è Pace Senza Giustizia, email ajablonko@npwj.org -  Tel +32 2 548 39 15 oppure Nicola Giovannini, email: ngiovannini@npwj.org – Tel: +32 2 548 39 15.
  
 

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