Tra i risultati più significativi della 56ma sessione della Commissione sulla Condizione delle Donne dell’ONU (CSW), che si è conclusa ieri, vi è anche la Decisione che richiede ufficialmente che il tema delle mutilazioni genitali femminili (MGF) sia preso in considerazione dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel corso della prossima 67ma sessione, come parte dell’ordine del giorno relativo al tema “Avanzamento delle donne”.
La Decisione del CSW è il risultato delle forte leadership e determinazione che il Gruppo Africano ha esercitato sull’ONU per richiamare l’attenzione internazionale sul tema delle MGF, e segue la Campagna per una Messa al Bando Universale delle MGF promossa dalla coalizione, in continua espansione, formata da Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG), il Comitato Inter-Africano sulle Pratiche Tradizionali che affiggono la salute di Donne e Bambini (IAC), Euronet-FGM e le ONG LaPalabre, Manifesto99 e d Equality Now.
Dichiarazione di Alvilda Jablonko, Coordinatrice del Programma MGF di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia, insieme agli altri membri della Coalizione BanFGM, festeggiano la Decisione della CSW, che segna un passo storico nella campagna internazionale per favorire una leadership globale nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili in quanto violazione sconcertante e su larga scala dei diritti di donne e bambine.
“Oltre alla storica Decisione adottata dai Capi di Stato africani nel corso della riunione dell’Unione Africana che si è svolta a Malabo nella Guinea Equatoriale, nel luglio 2011, vorremmo ringraziare il Gruppo Africano e le Nazioni Unite per l’energica presa di posizione ed il contributo essenziale al raggiungimento di un approccio comune e condiviso di tutti gli Stati africani nel supporto alla risoluzione della Assemblea Generale ONU che si occupi di questa violazione dei diritti umani.
“Una risoluzione ONU che metta al bando le MGF costituirebbe uno strumento cruciale per stimolare una maggiore armonizzazione degli strumenti legali e dei meccanismi di lotta alle MGF non soltanto in Africa, ma anche nei paesi interessati in altre parti del mondo, oltre che fornire un sostegno forte e chiaro agli attivisti che lavorano per porre fine alle MGF in diverse aree, tra cui Medio Oriente (per esempio Yemen, Iraq), Asia (Indonesia, Malesia…) e nel Sud America (Colombia, Perù…). La condanna universale di questa pratica da parte della comunità internazionale servirebbe ad esprimere al più alto livello la volontà politica a riconoscere le MGF quali violazione dei diritti umani contro milioni di donne e bambine in tutto il mondo, e ad adottare tutte le misure necessarie a porvi fine. Si tratta di un cambiamento a cui i difensori dei diritti delle donne lavorano con tenacia da vent’anni.
“E’ giunto il momento per tutti gli Stati di assumere responsabilità e dare ascolto alle voci di innumerevoli gruppi a difesa dei diritti umani, associazioni femminili e sostenitori che combattono una battaglia giornaliera per affrontare e porre fine a questa dolorosa pratica. Confidiamo che l’Assemblea Generale dell’ONU adotti entro la fine di quest’anno, nel corso della sua 67ma sessione, una risoluzione che metta al bando le mutilazioni genitali femminili in tutto il mondo, che dimostrerebbe il forte impegno della comunità internazionale nella protezione dei diritti umani, ed in particolare di quelli di donne e bambine.”
Leggi la decisione in : Inglese, Francese, Spagnolo , Arabo
Nel corso degli anni passati, i membri della coalizione BanFGM hanno collaborato in numerose iniziative volte a far crescere la consapevolezza a livello internazionale riguardo la necessità di una Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU che metta al bando questa violazione dei diritti umani, raccogliendo il supporto di attivisti per i diritti umani, associazioni femminili, parlamentari e rappresentanti dei governi da tutta l’Africa e l’Europa.
Il 27 febbraio, alla 56ma sessione della Commissione sulla Condizione delle Donne delle Nazioni Unite (CSW), un Evento Parallelo di Alto Livello organizzato dalla coalizione BanFGM ha fornito ulteriore sostanziale conferma del forte impegno dei Paesi africani nel supportare il processo tutt’ora in corso. L’incontro, aperto dal Direttore Esecutivo di UN Women Michelle Bachelet, ha visto tra i suoi principali relatori S.E. Chantal Compaorè, ed interventi da parte di sette Ministri (Camerun, Costa D’Avorio, Guinea, Italia, Niger, Togo e Tunisia).
Per ulteriori informazioni, contattare Alvilda Jablonko, Coordinatrice del Programma FGM, all’indirizzo ajablonko@npwj.org, telefono: 32 2 548 39 13 o Nicola Giovannini, all’indirizzo ngiovannini@npwj.org, telefono: +32 2 548 39 15.