Il processo nei confronti dell’illustre personalità dell’opposizione del Bahrein Ibrahim Sharif, ex Segretario Generale della laica e di sinistra National Democratic Action Society (Wa’ad), si è aperto oggi ed è stato rimandato al 12 Ottobre 2015. Lo scorso mese, Sharif è stato arrestato con l’accusa di “violazione della legge” e “promozione del cambiamento politico tramite mezzi violenti e incitamento all’odio contro il regime”, dopo aver invocato in un discorso la necessità di riforme democratiche. L’arresto è avvenuto solamente tre settimane dopo la sua scarcerazione, avvenuta dopo aver scontato quasi per intero una condanna di cinque anni per aver pacificamente incitato alle riforme nel 2011.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustiza:
“Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) condannano fortemente il nuovo arresto e il nuovo processo farsa nei confronti di Ibrahim Sharif, personalità di spicco dell’opposizione bahreinita. Esprimiamo la nostra immutata solidarietà e il nostro supporto a Mr Sharif, il quale ha costantemente sollecitato una protesta pacifica e sostenuto un giusto e onesto sistema politico democratico in Bahrein.
“Le nuove accuse di stampo chiaramente politico mosse dal Ministero dell’Interno nei confronti di Mr Sharif dimostrano la determinazione delle autorità del Bahrein nel voler perseverare nella loro campagna quotidiana realizzata con intimidazioni e minacce. Come nel passato, queste accuse appaiono chiaramente mirate a far tacere ogni pacifico dissenso e la ricerca non violenta verso un significativo avanzamento delle riforme democratiche, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani nel paese.
“I continui e violenti attacchi nei confronti dei diritti civili e politici in Bahrein dimostrano che la falsità delle promesse di riforma da parte del regime del Bahrein può solo far scivolare ulteriormente il paese verso un pericoloso percorso di violenza e divisioni politiche. Tristemente, la risposta della comunità internazionale continua a essere debole. Essa ha fornito solamente un piccolo incentivo al governo del Bahrein nel caso in cui avesse fermato le sue pratiche repressive e di rappresaglia oltre che iniziato un dialogo reale e inclusivo con i leader dell’opposizione pacifica e con i sostenitori dei diritti umani.
“E’ finito il tempo a disposizione della comunità internazionale per compiere immediati e concreti passi per assicurarsi che il Bahrein rispetti i suoi obblighi secondo il diritto internazionale dei diritti umani. Prima di tutto, essi devono rispettare e proteggere i diritti fondamentali dei propri cittadini. Essi devono rilasciare immediatamente e senza condizioni Ibrahim Sharif e tutti gli altri detenuti per reato d’opinione, incluso il resto dei Bahrein 13 e Sheikh Ali Salman, Segretario Generale del più grande partito d’opposizione al-Wefaq, il quale è stato recentemente condannato a quattro anni di prigione per aver incitato all’odio e alla disobbedienza contro il regime”.
- Per ulteriori informazioni contattare Gianluca Eramo all’indirizzo mail geramo@npwj.org o al +32-2-548-3925, oppure Nicola Giovannini all’indirizzo mail ngiovannini@npwj.org o al +32-2-548-3915
- E possibile consultare anche la sezione speciale sulla Campagna di NPSG per la giustizia e la democrazia in Bahrein.