Roma – Bruxelles, 16 giugno 2015
Oggi, Sheikh Ali Salman, Segretario Generale di Al Wefaq, il maggiore partito d’opposizione in Bahrein, è stato condannato da una corte del Bahrein a quattro anni di reclusione con l’accusa di “aver incitato la disobbedienza e l’odio contro il regime” e “aver insultato le istituzioni pubbliche”. La corte lo ha assolto dall’accusa più grave di aver cercato di rovesciare con la forza la monarchia e di cambiare il sistema politico. Il processo di Sheikh Ali Salman, che si è aperto il 28 Gennaio 2015, è stato contraddistinto da una serie di violazioni del suo diritto al giusto processo, compresi quello ai diritti e mezzi di difesa necessari.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è pace senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) disapprovano fermamente la condanna arbitraria a quattro anni di reclusione del leader del principale partito d’opposizione, Sheikh Ali Salman. Esprimiamo una forte solidarietà a Salman, da sempre promotore di un modo pacifico di protesta, nella condanna di qualsivoglia forma di violenza, e sostenitore dell’istaurazione di una genuina monarchia costituzionale, espressione di un sistema politico giusto e trasparente, in Bahrein.
“La sentenza di oggi è l’ennesimo esempio lampante di come il diritto al giusto processo sia inesistente in Bahrein. Le autorità del Bahrein continuano a essere risolute nel sopprimere ogni pacifico dissenso e la ricerca non violenta di significative riforme democratiche, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani nel paese”.
“Questa è una mossa altamente rischiosa, che può soltanto portare il Paese sul pericoloso cammino del tumulto politico e della divisione. Purtroppo la risposta della comunità internazionale al continuo e violento attacco del Bahrein alle libertà civili e politiche è stata, finora, debole e sorda di fronte alla difficile situazione dei cittadini di questo Paese. Le autorità del Bahrein hanno usato questo approccio a mo’ di benestare per perseverare nelle proprie pratiche repressive e di rappresaglia, piuttosto che intraprendere un dialogo vero ed inclusivo.
“E’ tempo che la comunità internazionale prenda delle misure immediate e concrete e reagisca a quest’ultimo colpo alla libertà di estressione in Bahrein con la serietà che garantisce. Omettere di far ciò equivale, in realtà, ad appoggiare la tirannia e la repressione. Una transizione veramente democratica in Bahrein verrà raggiunta solo se tutti coloro che sono impegnati nel dialogo pacifico e nonviolento saranno capaci di contribuire pienamente al processo politico senza paura di rappresaglie. La comunità internazionale ha l’obbligo di supportare questo processo, reagendo con forza e urgenza ad un’azione chiaramente mirata a minare la democrazia e i diritti umani”.
- Per ulteriori informazioni contattare Gianluca Eramo all’indirizzo mail geramo@npwj.org o al +32-2-548-3925, oppure Nicola Giovannini all’indirizzo mail ngiovannini@npwj.org o al +32-2-548-3915
- E possibile consultare anche la sezione speciale sul Progetto di NPSG in Bahrein.