Libia: NPSG si congratula per il mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Al-Werfalli

Bruxelles-Roma, 15 agosto 2017


 

Oggi, la Camera Preliminare della Corte Penale Internazionale (CPI) ha emanato un mandato di arresto per Mahmoud Mustafa Busayf Al-Werfalli, comandante della brigata Al-Sagia, un’unità dell’Esercito Nazionale Libico, che è ritenuto essere responsabile per i crimini commessi nel contesto dell’attuale conflitto in Libia.
L’Esercito Nazionale Libico (ENL) - comandato dal Maresciallo di Campo Khalifa Haftar - controlla la parte orientale del paese ed ha combattuto contro la milizia allineata con il Governo di Accordo Nazionale supportato dalle Nazioni Unite e contro altri gruppi per il controllo della parte centrale e settentrionale della Libia.
Al-Werfalli è accusato di aver commesso e ordinato crimini di guerra quali l’omicidio nel contesto di sette incidenti che hanno coinvolto 33 persone svoltosi tra giugno 2016 e luglio 2017 a Benghazi e nelle aree circostanti.
 
Dichiarazione di Alison Smith, Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace senza Giustizia:
 
“Non c’è Pace senza Giustizia (NPSG) si congratula per la decisione odierna della CPI che apre una nuova prospettiva nell’affrontare la cultura prevalente di impunità in Libia e riporta il ripristino dei principi di diritto e della giustizia al centro delle negoziazioni per porre fine al conflitto in corso e alla crisi politica.
 
“Questa decisione manda il chiaro segnale che tutti coloro che hanno commesso o ordinato orrendi crimini e gravi violazioni di diritti umani non sono al di sopra della legge e non rimarranno impuniti. Noi richiamiamo le autorità libiche affinché ottemperino questo mandato di arresto e procedano con misure immediate per facilitare la resa di al-Werfalli alla Corte Penale Internazionale. Esortiamo la CPI a espandere le investigazioni in Libia e ad includere gli altri crimini che vengono quotidianamente commessi in tutto il paese. Inoltre, incoraggiamo che la Corte dell’AIA intensifichi il suo impegno in Libia e si assicuri che la popolazione possa essere coinvolta con questi ultimi sviluppi davanti alla CPI.
 
“Dal Maggio 2014, la Libia è stata sopraffatta da un conflitto armato, insicurezza e caos politico, che ha portato al collasso dell’autorità centrale e alla nascita di tre governi in competizione che stanno combattendo per il controllo sul Paese. L'incapacità delle istituzioni chiave, in particolare il ramo giudiziario e la polizia, di operare in molte aree del paese ha incoraggiato gli attori di questo conflitto ad agire con totale inosservanza per i diritti umani e per il diritto umanitario internazionale. Gli autori di gravi violazioni, quali esecuzioni extragiudiziali e tortura, documentano i loro crimini con video e foto, trasmettendoli senza il timore di essere ritenuti responsabili penalmente. Sono per la maggior parte i civili che sostengono il peso dei crimini e della violenza in atto.
 
“Fin dall’inizio della rivoluzione circa sei anni fa, NPSG ha significativamente supportato la lotta contro l’impunità in Libia come un mezzo per superare il retaggio di violazioni e abusi che hanno caratterizzato il regime di Muammar Gaddafi. Contiamo sulle autorità libiche rivendicando la legittimità in Libia per assicurare che le forze e i gruppi armati alleati con loro rispettino il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e che coloro responsabili per crimini e altri gravi abusi e violazioni siano chiamati a risponderne, anche come un reale segnale di rottura con il passato. La comunità internazionale deve incoraggiare e supportare questo percorso se si vuole avere qualche speranza di ripristinare lo stato di diritto e garantire una pace durevole e stabilità in Libia.”

Per maggiori informazioni, si prega di contattare Alison Smith on asmith@npwj.org, oppure Nicola Giovannini (ufficio stampa): ngiovannini@npwj.org /+32-2-548-3915.