La Repubblica, 27 aprile 2022
In una intervista rilasciata alla giornalista Giovanna Casadio (La Repubblica) la Senatrice e fondatrice di Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) Emma Bonino, ha parlato del conflitto in Ucraina e delle responsabilità a cui Putin e l’esercito russo dovranno rispondere. Bonino ha parlato di come la Corte Penale Internazionale (CPI), di cui lei ha contribuito a scrivere lo statuto, si stia muovendo per non lasciare impuniti i numerosi crimini commessi sul territorio ucraino.
Al fatto che, subito dopo l’aggressione, sia stata approvata a larghissima maggioranza (solo cinque i Paesi contrari, Russia compresa) all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la risoluzione che condanna l’aggressione di Mosca ai danni dell’Ucraina si è aggiunto il forte e importante sostegno mostrato da ben 39 Stati attraverso il deferimento della situazione ucraina alla CPI. Ciò ha reso chiaro come la Corte dell’Aja abbia reagito prontamente, aprendo un’inchiesta e cominciando a raccogliere prove dei crimini per poi giudicare chi li abbia commessi.
Sebbene l’Ucraina non sia uno Stato parte della Corte Penale Internazionale (benché nel 2000 abbia firmato – ma mai ratificato – lo Statuto di Roma) nel 2014 ha attivato la giurisdizione della Corte tramite una norma statutaria che stabilisce come uno Stato non membro può, attraverso una formale dichiarazione depositata presso la Cancelleria della Corte, accettare la competenza della CPI e cooperare con essa: è stata proprio questa procedura ad aver permesso al procuratore generale della CPI, Khan, di aprire un’indagine. Come mette in luce Bonino nell’intervista, le nuove tecnologie consentono di documentare in tempo reale quello che è successo in città come Bucha o Mariupol e dunque di raccogliere affidabili prove di quelli che possiamo definire a tutti gli effetti come “crimini di guerra”.
I deferimenti degli Stati dimostrano una ferma posizione internazionale a sostegno dell’Ucraina oltre che un importante fatto: Putin potrà essere personalmente ritenuto responsabile per le violazioni compiute da parte delle forze russe. “Putin sarà processato, non resterà impunito, come non lo è stato Milosevic” continua Bonino. Ma se un mandato di cattura internazionale per Putin sembra complicato, Bonino afferma che “lo sembrava anche per l’onnipotente Milosevic ai tempi del tribunale ad hoc per l’ex Jugoslavia, e per i suoi complici Karadzic e Mladic. Il primo è morto in carcere all’Aja, i secondi sono all’ergastolo. Il problema non è spiccare il mandato di cattura quanto la sua messa in esecuzione. Putin può sfuggirvi, ma non per sempre”.
NPSG sollecita a tal proposito gli Stati che ancora non l’avessero fatto, ad unirsi all’Ucraina nel suo procedimento contro la Federazione Russa anche presso la Corte Internazionale di Giustizia, chiedendo che la Corte stabilisca che la Russia non abbia avuto alcuna base legale per intraprendere azioni contro l’Ucraina. Durante la prossima plenaria del Parlamento europeo, infine, si terrà un dibattito in cui anche Consiglio e Commissione esprimeranno le proprie posizioni ufficiali sulla lotta contro l’impunità per i crimini di guerra in Ucraina. Insomma, non ci sarà impunità per i crimini commessi sul territorio di Kiev, Non ci sarà Pace Senza Giustizia.