Dichiarazione di Sergio Stanzani e Gianfranco Dell’Alba, Presidente e Segretario dell’associazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia:
“L’arresto di Karadzic avviene in un momento importante per la giustizia internazionale e per quelle istituzioni create per porre fine all’impunità per tutti quei “signori della guerra” che contavano sui meccanismi oscuri della real-politik per farla franca. I tredici anni di latitanza di uno dei più spietati criminali del nostro tempo si concludono a pochi giorni dal decimo anniversario dell’adozione dello Statuto della Corte Penale Internazionale, ma anche a pochi giorni dall’arresto dell’ex vice presidente del Congo Jean Pierre Bemba, avvenuto in Belgio, e dalla richiesta di un mandato di cattura per il Presidente in carica del Sudan Omar Al-Bashir, accusato dal Procuratore della Corte dell’Aja di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità.
E’ innanzitutto una vittoria di Belgrado, che ha finalmente scelto con decisione la via dell’affermazione dello stato di diritto, della giustizia e della assunzione delle responsabilità di fronte alla comunità internazionale e ai suoi stessi cittadini, nonché quella dell’ancoraggio sempre più forte all’Unione Europea.
Fin dal 1993 il Partito radicale e Non c’è Pace Senza Giustizia, che in quell’anno è stata fondata proprio allo scopo di arrivare all’istituzione dei tribunali internazionali, hanno manifestato e fatto pressione verso i governi dell’Unione Europea affinchè si agisse in modo fermo nei confronti dell’allora regime di Belgrado, raccogliendo oltre 200.000 firme in calce ad un appello che chiedeva l’incriminazione del Presidente Slobodan Milosevic.
L’Unione Europea non ha ceduto al compromesso della ricerca di una via alternativa alla giustizia per garantire una stabilità incerta. Si tratta di un fatto importante che dovrà essere considerato come un precedente positivo per il futuro.
Infine, dobbiamo tenere presente che una delle conseguenze della latitanza di Karadzic è stata l’alimentare la reticenza di coloro che sono stati testimoni dei suoi crimini, impedendo di fare luce sugli ancora molti episodi accaduti in quegli anni, tra cui vi sono le sparizioni di centinaia di persone. Ci auguriamo che il suo arresto – e il suo prossimo processo, al quale speriamo presto possa aggiungersi quello del massacratore di Srebrenica Ratko Mladic – apra la strada alla raccolta di nuove testimonianze importanti.”
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