BanFGM: la First Lady del Burkina Faso chiede un maggior impegno da parte degli Stati Africani all’ONU

2 Apr, 2011 | Comunicati Stampa

Il Seminario per i parlamentari dell’Africa Centrale e Occidentale “Taking legislative action to end violence against women and girls”, organizzato dall’Unione Inter-Parlamentare e dell’Assemblea Nazionale del Burkina Faso a Ouagadougou dal 30 Marzo al 1 Aprile 2011, si é aperto con un discorso della First Lady del Burkina Faso, Chantal Compaoré, la quale ha invitato tutti gli stati Africani a sostenere l’iniziativa guidata dal Burkina Faso sull’adozione della Risoluzione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) per la messa a bando definitiva ed universale delle mutilazioni genitali femminili (FGM).

Sin dal 2010, Non c’é Pace Senza Giustizia ha unito le proprie forze con l’Inter-African Committee on Traditional Practices Affecting the Health of Women and Children, Euronet-FGM e l’Ong senegalese La Palabre formando una coalizione che ha avviato la Campagna per la messa a bando delle MGF. Lo scorso anno la coalizione ha realizzato diverse iniziative per sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di una Risoluzione dell’AGNU che metta a bando questa violazione dei diritti umani, ottenendo il sostegno di attivisti dei diritti umani, organizzazioni di donne, parlamentari e rappresentanti di governo da ogni parte dell’Africa e dell’Europa. La presenza della coalizione, rappresentata da NPSG, al Seminario di Ouagadougou, ha rappresentato un’occasione unica per entrare in contatto con decisori politici africani e opinion-leaders di alto livello, accrescendo la loro consapevolezza e il sostegno nei confronti alla Campagna stessa.

NPSG, insieme agli altri membri della coalizione, si rallegra con il discorso di apertura di Mme Compaoré, nel quale lei stessa ha ricordato l’impegno del Burkina Faso a favore della protezione e della promozione dei diritti delle donne, nonché gli sforzi intrapresi per eliminare le MGF attraverso l’adozione e l’applicazioni di leggi specifiche che le proibiscano. L’intervento ha anche illustrato I vari programmi nazionali e regionali, tra cui l’importante Protocollo dell’Unione Africana alla Carta africana dei Diritti dell’uomo e dei popoli relativo ai diritti delle donne, che all’Articolo 5 raccomandava agli Stati di proibire la pratica delle MGF con leggi e sanzioni annesse, sottolineava l’importanza di agire a livello internazionale, e chiedeva agli Stati Africani di prendere una posizione ferma ed inequivocabile in favore dell’adozione di una risoluzione da parte delle Nazioni Unite che mettesse a bando le MGF ovunque nel mondo.

Inoltre S.M. Chantal Compaoré ha ricordato che una Risoluzione dell’UNGA permetterebbe di porre l’accento sulle MGF come violazione dei diritti umani, fornendo uno strumento decisivo per combatterle. Una messa a bando globale garantirebbe inoltre l’armonizzazione di strumenti e meccanismi legali contro le MGF, non solo in Africa ma in tutti I paesi dove tale pratica é diffusa.

Invitiamo tutti I cittadini del mondo ad unirsi quegli attivisti che coraggiosamente hanno dedicato le loro vite a questa battaglia, attraverso la firma dell’appello presente su www.banfgm.org che chiede alle Nazioni Unite di intervenire per porre fine a questa violazione dei diritti umani.

Per ulteriori informazioni, contattare Alvilda Jablonko, Coordinatrice del Programma MGF a ajablonko@npwj.org oppure Nicola Giovannini a ngiovannini@npwj.org or +32 (0)2 548-3915.