Oggi il Procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI), Luis Moreno-Ocampo, ha annunciato che ha sottoposto alla Prima Camera Preliminare una richiesta finalizzata all’emissione di mandati di arresto contro il leader libico Muammar Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e il capo dei servizi di spionaggio, per presunti gravi crimini perpetrati in Libia a partire dal 15 Febbraio 2011, nel corso della violenta repressione attuata dal Governo nei confronti delle dimostrazioni in favore di una svolta democratica e del conflitto armato che ne è seguito. Il 26 Febbraio 2011, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva con voto unanime deferito l’analisi della situazione in Libia alla CPI e il 3 Marzo, il Procuratore aveva annunciato la decisione di aprire un indagine.
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“L’associazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito si congratulano per la richiesta avanzata dal Procuratore di spiccare dei mandati di arresto in relazione ai crimini contro l’umanità perpetrati in Libia, compreso quello emesso nei confronti del Colonnello Muammar Gheddafi. Questo rappresenta un passo fondamentale per assicurare che, per la prima volta negli ultimi decenni, il ciclo di preservazione del potere politico assoluto attraverso l’uso della forza sia finalmente interrotto, e questo regime autoritario sia chiamato a rispondere per le sue tattiche repressive.
“Con la sua decisione unanime di deferire la situazione in Libia alla CPI, il Consiglio di Sicurezza ha iniziato a affermare la sua responsabilità di proteggere il popolo libico, ma gli Stati ora devono trasformare una simile decisione in realtà. NPSG esorta la comunità internazionale a fornire il suo pieno e completo supporto alla CPI nello svolgimento del suo mandato finalizzato all’accertamento delle responsabilità per i crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in Libia dal 15 febbraio 2011. Se i giudici confermano la richiesta del Procuratore, gli Stati dovranno prendere tutte le misure possibili per dare esecuzione ai mandati di arresto. L’ipotesi dell’esilio non puo’ essere un’ opzione perseguibile.
“NPSG apprezza il fatto che il Procuratore abbia posto l’accento su “coloro ai quali sono imputate le maggiori responsabilità” per i più gravi crimini presumibilmente commessi. I mandati di arresto che sono stati richiesti og gi fanno riferimento solo agli individui accusati di crimini contro l’umanità commessi durante la violenta repressione attuata da parte del Governo Libico contro le proteste effettuate da civili disarmati. Il Procuratore ha chiarito che il suo ufficio sta anche investigando su crimini di guerra e crimini contro l’umanità che sono stati commessi nel quadro del conflitto armato attualmente in corso in Libia e rivolgiamo un appello al Procuratore affinché continui ad investigare a fondo la totalità dei crimini commessi in modo tale da identificare coloro ai quali vengono presumibilmente imputate le maggiori responsabilità.
“Inoltre, la CPI ha anche la responsabilità di assicurare che i diritti delle vittime così come affermati dallo Statuto di Roma siano soddisfatti attraverso la predisposizione di attività di outreach e il coinvolgimento delle vittime al più presto possibile. NPSG incoraggia la CPI ad iniziare immediatamente le attività di interazione con le vittime e delle comunità colpite che al momento stanno fuggendo dalla Libia – con la richiesta di mandate di arresto da parte del Procuratore, si concretizza un impellente bisogno di impegnarsi direttamente con quanti siano stati colpiti dalla violenza in modo tale da promuovere la conoscenza delle attività della Corte e gestire le aspettative.”
Per maggiori informazioni, contattare Carla Caraccio all’indirizzo email ccaraccio@npwj.org o al numero +39-6-689 79 262 o Nicola Giovannini all’indirizzo email ngiovannini@npwj.org o al numero +32-2-548-3915.