Il 6 maggio 2013, il Coordinamento Nazionale Indipendente per la Giustizia di Transizione, in collaborazione con Al Kawakibi Democracy Transition Center (Kadem) e il Sindacato Generale dei Lavoratori Tunisini, ha organizzato a Tunisi una consultazione per discutere il progetto di legge sulla giustizia di transizione, presentato all’Assemblea Nazionale Costituente il 22 gennaio 2013. L’evento è stato un successo con il Presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente, Mustapha Ben Jaafar, che ha aperto le consultazioni, le quali hanno visto la partecipazione di più di 120 persone, tra cui membri dell’Assemblea Costituente, politici, magistrati, operatori del diritto, accademici, rappresentanti di organizzazioni governative e della società civile.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Dalla rivoluzione che ha spodestato l’ex presidente Zine El Abidine Ben Ali e con le elezioni per l’Assemblea Costituente tenutesi nell’ottobre 2011, i tunisini hanno iniziato a reclamare a gran voce giustizia e riparazioni per le passate violazioni dei diritti umani, indirizzando le loro richieste verso l’Assemblea Costituente Nazionale, il nuovo governo e le istituzioni competenti.
“In risposta a queste crescenti richieste di attribuzione delle responsabilità, riparazione, giustizia e diritti umani, il Ministero ha avviato un dialogo nazionale sulla giustizia di transizione, impegnandosi con la popolazione attraverso consultazioni in tutto il paese. Questo processo è stato facilitato dal Dialogo Nazionale di Giustizia di Transizione, di cui Kadem e l’Accademia per la Giustizia Transitoria sono tra i cinque membri tunisini. La Commissione ha redatto una proposta di legge sulla giustizia di transizione che fu presentata al Governo nel novembre 2012 e trasmessa, da quest’ultimo, all’Assemblea costituente lo scorso gennaio.
“Fin dal primo momento, Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il suo partner locale Kadem, attraverso l’Accademia di Giustizia Transitoria, hanno offerto il loro contribuito al processo di elaborazione della proposta attraverso una serie di attività volte ad assicurare che le opinioni e le aspirazioni di tutti i segmenti della società tunisina fossero presi in considerazione. Questo approccio partecipativo è fondamentale per creare in tutti i cittadini un senso di partecipazione al processo di giustizia di transizione, contribuendo al suo successo.
“Il progetto di legge sulla giustizia di transizione è un importante passo avanti per il processo di transizione democratica tunisina. Invitiamo l’Assemblea Nazionale Costituente a proseguire questo processo di apertura e trasparenza verso tutti i soggetti interessati, comprese le vittime e le comunità colpite e la società civile, consultandosi con loro ogni qualvolta una legislazione importanti come questa, capace di influenzare il futuro della Tunisia, è adottata. In particolare, è della massima importanza introdurre un forte riferimento alla corruzione e ai reati economici che devono essere pienamente affrontati nel processo di giustizia di transizione in Tunisia.
“Ci auguriamo anche che il processo legislativo non venga compromesso da considerazioni politiche o elettorali. La giustizia di transizione non può essere utilizzata per ottenere vantaggi politici, ma deve essere uno sforzo concertato di tutti i partiti politici e segmenti della società al fine di garantire alla Tunisia un processo di giustizia di transizione stabile, capace di rispondere veramente alla esigenza di accertamento della responsabilità che perviene dalla popolazione. La Tunisia può costruire una società democratica nuova ed aperta, nella quale i cittadini possono contare nelle istituzioni, solo garantendo che le passate violazioni siano pienamente affrontate e rimediate “.
Per ulteriori informazioni, contattare Greta Barbone su gbarbone@npwj.org e +216 28385079 o Nicola Giovannini su ngiovannini@npwj.org o +32 2 548-39 15.
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