Il 4 giugno un tribunale egiziano ha condannato 43 dipendenti di ONG, tra cui 15 statunitensi, per aver gestito illegalmente organizzazioni non governative ed aver accettato fondi stranieri senza autorizzazione. Le sentenze vanno da uno a cinque anni di detenzione. La corte ha inoltre ordinato la chiusura degli uffici egiziani delle ONG coinvolte.
Il tutto ha avuto inizio il 29 dicembre 2011, quando le autorità egiziane hanno perquisito gli uffici di 17 ONG, sia locali che internazionali a favore della democrazia e dei diritti umani, nell’ambito di una indagine voluta dal Consiglio Supremo delle Forze Armate riguardante finanziamenti stranieri ai sopra menzionati gruppi in violazione delle leggi egiziane. Tra i gruppi indagati vi erano gli uffici locali delle orgranizzazioni statunitensi International Republican Institute (IRI), National Democratic Institute (NDI) e Freedom House, così come la fondazione tedesca Kondrad Adenauer Stiftung.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) condannano la crescente campagna di indimidazione, disturbo e restrizioni arbitrarie condotta dalle autorità politiche e giuridiche contro i difensori dei diritti umani.
“Il verdetto emanato ieri, così come la recente bozza di legge sulle ONG che imporrebbe forti restrizioni ai gruppi della società civile egiziana, è un enorme passo indietro e richiama campagne portate similarmente avanti durante il precedente regime dittatoriale. Nel limitare i diritti fondamentali, come la libertà di associazione, le autorità egiziante contraddicono platealmente lo spirito della rivoluzione e violano gli impegni internazionali dell’Egitto ai sensi dell’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e il Patto sui Diritti Civili e Politici.
“Dall’inizio della rivoluzione, la società civile – quasi eliminata durante il regime precedente, a meno che questa non fosse vicina al governo – è rifiorita. I gruppi della società civile stanno giocando un ruolo chiave nella transizione democratica e nel processo di sviluppo egiziani, sia attraverso la mobilitazione popolare sia attraverso la promozione della partecipazione nella vita pubblica, la quale è di fondamentale importanza per dare potere al popolo ed abbracciare pienamente quei valori democratici e quelle libertà negate per decenni.
“Solo attraverso un pieno sostegno dei valori e dei principi democratici, dello stato di diritto e del supporto dello sviluppo di una società civile diversificata e dinamica, le autorità egiziane potranno mantenere accesa la fiamma della rivoluzione ed assicurare che istituzioni responsabili e la democrazia prosperino.”
Per maggiori informazioni, è possibile contattare: Gianluca Eramo, email geramo@npwj.org, telefono+32 2 548 39 12 oppure Nicola Giovannini, email ngiovannini@npwj.org, telefono +32 2 548 39 15.