Oggi, la Prima Camera preliminare della Corte Penale Internazionale (CPI) ha stabilito che il caso contro l’ex capo dei servizi segreti del colonnello Gheddafi, Abdullah Al-Senussi, è attualmente oggetto di procedimenti nazionali condotti dalle autorità libiche competenti e che la Libia è pronta e realmente in grado di svolgere tali indagini. Pertanto, i giudici hanno concluso che il caso è inammissibile dinanzi alla Corte, in conformità con il principio di complementarità sancito nello Statuto di Roma, atto costitutivo della CPI.
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG ) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito ( PRNTT ), accolgono la decisione di oggi della Prima Camera preliminare della CPI che ha stabilito che il caso di Al-Senussi verrà affrontato in Libia, il che conferma che questo Stato non è solo positivamente desideroso ma anche in grado di prendersi cura di crimini di diritto internazionale commessi sul proprio territorio dai propri cittadini.
“Cogliamo l’occasione per ricordare che, anche se i mandati di arresto della CPI contro alti funzionari di Gheddafi sono stati accolti dalle loro vittime e dal popolo della Libia, un processo fuori dal paese non è mai stato ben visto dai cittadini che volevano – e vogliono ancora – che i presunti autori dei crimini perpetrati durante la rivoluzione siano processati in Libia, così da affrontare la giustizia nello stesso luogo in cui si sono verificati i brutali attacchi.
“NPSG ha sempre sostenuto che la comunità internazionale dovesse sostenere la Libia nei suoi sforzi per indagare e perseguire coloro che portano le maggiori responsabilità per crimini di diritto internazionale commessi durante la rivoluzione, così come per affrontare le violazioni dei diritti umani commessi per decenni sotto il dominio del precedente regime. Questo può svolgere un ruolo unico e significativo nel sostenere le riforme giudiziarie e migliorare l’equità, l’efficacia e la trasparenza del sistema giudiziario libico.
“Da quando il paese ha intrapreso riforme legislative, la sentenza della CPI segna una storica opportunità per le autorità libiche di dimostrare la loro capacità di rompere con un passato di impunità e abusi che caratterizzava il regime di Gheddafi, a favore di un nuovo rispetto per lo stato di diritto e per soddisfare, soprattutto attraverso il processo di Al-Senussi, la promessa di giustizia e risarcimento per le vittime e le loro famiglie.
“Essendo accusato di aver organizzato brutali attacchi contro la popolazione civile in Libia, è fondamentale che Al-Senussi venga chiamato a rispondere per i suoi presunti crimini attraverso un processo giudiziario indipendente e imparziale. Spetta ora alle autorità giudiziarie libiche di garantire che i procedimenti siano condotti con equità, imparzialità e rispetto rigoroso di tutti i diritti del giusto processo, secondo i più alti standard internazionali”.
“Dopo decenni di dittatura e di illegalità, non vediamo l’ora che la Libia viva con i principi e gli ideali per i quali ha lottato durante la rivoluzione, che ha liberato con successo il paese dopo 42 anni di dittatura permettendole di far pienamente parte della comunità delle nazioni che aspirano a una pace duratura, basata sui fondamenti dello Stato di diritto e della giustizia imparziale”.
NPSG in Libia
NPSG in Libia lavora sulla transizione libica dall’inizio del 2011 ed è sul campo dall’inizio di ottobre 2011. Ha una presenza permanente a Tripoli dal marzo 2012 e lavora per creare una rete di attori libici da coinvolgere in diversi settori della società libica sulla giustizia di transizione. Il lavoro di NPSG in Libia si articola nel fornire informazioni sulla giustizia di transizione (sia in collaborazione con le istituzioni e in partenariato con la società civile), così come sulla sensibilizzazione e la documentazione, con la ricerca e l’analisi delle aspettative del pubblico e delle percezioni. NPSG collabora con una vasta gamma di organizzazioni della società civile di tutto il paese, sia con quelle più affermate che con quelle emergenti. Ha lo scopo di aiutare a costruire e rafforzare la capacità degli attori libici, comprese ONG, accademici, avvocati e mass media, autorità pubbliche e opinion-leader, a svolgere il loro ruolo nell’integrare responsabilità, diritti umani e stato di diritto nella transizione verso la democrazia e ricostruzione dal post-conflitto. Sul versante istituzionale, NPSG sta lavorando con il Ministero della Giustizia, e il suo Istituto di Formazione superiore della magistratura, nel fornire formazione e competenza ai giudici e pubblici ministeri che sono stati incaricati dell’importante compito di trattare con coloro che sono sospettati di aver commesso o diretto atrocità durante il conflitto e durante il regime precedente. NPSG ha anche istituito un programma di monitoraggio dei processi, che è gestito in collaborazione con l’ordine degli avvocati di Tripoli e si propone di promuovere la trasparenza e la responsabilità all’interno della magistratura libica.
Documentazione
- Scarica il Manuale “Sostenere monitoraggio dei processi in Libia” (versione pdf)
- Visita la pagina speciale del Programma di giustizia di transizione in Libia di NPSG
Per ulteriori informazioni, contattare Alison Smith all’email asmith@npwj.org o al numero di telefono +32- (0)2-548-3912 oppure Nicola Giovannini ngiovannini@npwj.org o +32- (0) 2-548 -3915.
Per ulteriori informazioni sulle attività di NPSG in Libia si prega di contattare Stefano Moschini, Coordinatore del programma in Libia, all’email smoschini@npwj.org o al numero di telefono +218917450375 o Gianluca Eramo, Coordinatore del programma MENA, a geramo@npwj.org o +32-2-548 -3912.