Iraq – Parlamento europeo: presentazione della nuova relazione congiunta di NPSG, UNPO, IILHR e MRG sulla situazione delle minoranze in Iraq dopo la caduta di Mosul

14 Lug, 2016 | Comunicati Stampa

Parlamento europeo, Bruxelles, 14 luglio 2016

Giovedì 14 luglio 2016, il nuovo rapporto congiunto realizzato da Non c’è Pace Senza Giustizia, l’Organizzazione delle nazioni e dei popoli non rappresentati, l’Istituto per il diritto internazionale e i diritti umani e Minority Rights Group International, sulla situazione delle minoranze in Iraq, è stato presentato in una riunione della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Repubblica dell’Iraq. “No Way Home: le minoranze irachene sull’orlo della scomparsa” analizza la situazione delle varie componenti etniche e religiose del paese, concentrandosi sui crimini e gli abusi cui sono esposte e sulle conseguenze che ciò potrebbe avere sulla sopravvivenza di queste comunità nel loro complesso.

La riunione è stata presieduta da Ana Gomes MPE (S & D), la quale ha fornito una breve introduzione rispetto alla situazione in Iraq, con alcuni riferimenti all’inchiesta Chilcot conclusasi recentemente. Gomes ha anche ricordato ai relatori, ai membri della delegazione e all’audience del tragico attacco terroristico avvenuto a Baghdad il 3 luglio scorso, che ha causato la morte di oltre 200 persone e che dimostra ancora una volta quanto sia fragile la situazione nel paese.

Dopo l’introduzione, William Spencer (Direttore esecutivo dell’Istituto per il diritto internazionale e i diritti umani) ha presentato il rapporto e ha fornito una breve analisi della situazione militare in Iraq, dando come esempio il quadro particolarmente complesso del quartiere di Sinjar, abitato soprattutto dalla popolazione yazidi. Spencer ha anche sottolineato come la drammatica situazione relativa alla sicurezza stia facendo passare in sordina agli occhi del mondo il tragico collasso economico del paese, che in Kurdistan viene indicato come la “grande recessione”. Questa situazione economica è dovuta alla stretta combinazione tra guerra prolungata e instabilità, che ha fatto crescere il numero di profughi interni a 3,3 -3,4 milioni, nonché alla significativa riduzione delle entrate petrolifere e alla corruzione endemica.

 

Alison Smith (Consulente legale e Direttrice del programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia) ha spiegato la metodologia utilizzata per la relazione, che fa seguito al report precedente dal titolo “Tra le macerie: la situazione delle minoranze irachene dopo la caduta di Mosul“, pubblicato nel febbraio 2015. Ha sottolineato come, purtroppo, molto poco sia cambiato da allora, con crimini e brutalità simili che si verificano regolarmente in diverse parti del paese. Una differenza triste rispetto al passato è l’emergere di nuovi elementi quali l’uso di armi chimiche da parte del cosiddetto Stato islamico. Tra i tanti orrori attualmente in corso nella regione, Alison Smith ha messo in rilievo la violenza di genere e a sfondo sessuale, in particolare contro le donne appartenenti a minoranze, così come i crimini contro i bambini. Se è necessario utilizzare cautela con il termine “genocidio”, la cui definizione giuridica è molto precisa, il fatto che questa parola venga usata così spesso dai media è il miglior indicatore della responsabilità di agire che la comunità internazionale dovrebbe assumersi.

Dopo la presentazione dei relatori, un rappresentante dell’Ambasciata della Repubblica dell’Iraq e un rappresentante del governo regionale del Kurdistan hanno preso la parola. Elzbieta Fotyga MEP (ECR), presidente della commissione del Parlamento europeo sulla sicurezza e la difesa (SEDE), ha sottolineato invece la grande preoccupazione relativa all’utilizzo di armi chimiche da parte dell’ ISIS..