l 14 giugno 2016, un tribunale del Bahrain ha emesso un’ordinanza di sospensione delle attività del principale partito di opposizione Al-Wefaq con l’accusa di “creare” un clima favorevole per il terrorismo, l’estremismo e la violenza ” nel Paese. Al-Wefaq, i cui uffici sono stati chiusi ed i suoi beni congelati, sarà in grado di operare in attesa di una decisione giudiziaria sulla sua completa dissoluzione del 6 ottobre 2016. L’annuncio arriva 2 settimane dopo che una Corte di Appello Bahreinita ha esteso da quattro a nove anni di prigionia la pena inflitta a Sheikh Ali Salman, segretario generale di al Wefaq, ribaltando la decisione di un giudice di assolvere Sheikh Salman dall’accusa sostenere il rovesciamento del governo con la forza.
Inoltre, anche il 14 giugno le forze di sicurezza del Bahrain hanno nuovamente arrestato eminente l’ attivista per i diritti umani Nabeel Rajab con l’accusa di “diffusione di false informazioni”.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) condannano fermamente l’allarmante decisione delle autorità del Bahrein di sospendere il principale partito di opposizione nel paese, che ha costantemente portato avanti una protesta pacifica condannando tutte le forme di violenza per un sistema politico democratico, equo e giusto in Bahrain attraverso l’istituzione di una vera e propria monarchia costituzionale. Le accuse mosse dal Ministero dell’Interno contro Al-Wefaq sembrano essere del tutto prive di fondamento.
“La sentenza scioccante e senza precedenti di oggi è parte di un giro di vite crescente volta a criminalizzare la libertà di parola e di eliminare eventuali voci pacifiche e dissenzienti dell’opposizione nel paese. Inoltre dimostra palesemente che il regime del Bahrein è determinato a chiudere qualsiasi strada o la prospettiva di un dialogo per far avanzare le riforme democratiche, stato di diritto e il rispetto dei diritti umani nel paese.
“Questa è chiaramente una mossa altamente pericolosa che può solo aumentare l’instabilità politica, i disordini sociali e le divisioni nel paese. Come affermato dal principe Zeid Ra’ad bin, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, nel suo discorso di apertura al 32 sessione del Consiglio dei diritti umani, attualmente riunita a Ginevra, la repressione non eliminerà rimostranze della gente ma li aumenterà. La comunità internazionale non può rimanere in silenzio di fronte a ciò che sta rapidamente diventando la realizzazione del peggior scenario possibile per il Bahrain: la creazione di uno stato di tirannia e di repressione in cui sono negati i diritti civili e politici della maggioranza dei cittadini del paese”.
“Esortiamo la comunità internazionale e l’Unione europea (UE), in particolare, a condannare in modo inequivocabile questo duro colpo alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica in Bahrain e ad adottare misure concrete ed immediate per assicurare che il regime si conformi agli obblighi previsti dalle leggi internazionali sui diritti umani. In caso contrario, la Comunità internazionale sta dando il suo beneplacito ad un processo che ha il chiaro fine di contrastare la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani in Bahrein”.
- Per maggiori informazioni, contattare Gianluca Eramo su geramo@npwj.org o +32-2-548-3925 oppure Nicola Giovannini on ngiovannini@npwj.org or +32-2-548-3915.
- Visita la sezione speciale dedicata alla Campagna di NPSG in supporto dei diritti umani, della democrazia e della lotta contro l’impunità in Bahrain