Il Generale Mladić condannato all’ergastolo: trionfo della giustizia sulla violenza.

22 Nov, 2017 | Comunicati Stampa

Bruxelles, Roma – 22 novembre 2017

Dichiarazione di Alison Smith, consigliere legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“Non C’è Pace Senza Giustizia si congratula per l’odierna condanna del Generale Ratko Mladić che rappresenta una vittoria per la giustizia e un passo cruciale nel processo di ripresa dell’ex Iugoslavia. Più di 20 anni fa, le forze serbo-bosniache sotto il comando del Generale Ratko Mladić hanno ucciso più di 8,000 uomini e bambini musulmani e hanno costretto 25,000 donne, bambini e persone anziane a lasciare le proprie case. Il massacro è stato considerato un genocidio dal Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia (ICTY) nel 2004, una conclusione confermata dalla Corte Internazionale di Giustizia nel 2007 e nuovamente oggi dall’ICTY.

“NPWJ ha costantemente chiesto che le porte dell’ICTY rimanessero aperte fino a che il Generale Mladić non venisse processato per rispondere delle accuse mosse nei suoi confronti. Fare il contrario sarebbe stato un affronto alla memoria delle migliaia di vittime che stanno ancora aspettando che venga fatta giustizia per i crimini commessi a Srebrenica nel luglio del 1995. Elogiamo la determinazione di tutti quelli che hanno lavorato duramente per vedere questo giorno giungere e che hanno utilizzato mezzi politici e diplomatici per assicurare la cooperazione della Serbia con l’ICTY, inclusi il Procuratore dell’ICTY, gli Stati e i membri della società civile dell’ex – Jugoslavia e di tutto il mondo. Oggi la loro determinazione è stata ripagata.

“Non si può più negare la tragedia disumana di ciò che è stato fatto a Srebrenica e altrove in Bosnia durante quei giorni bui. Per le vittime a Foca, Prijedor e altrove, è difficile capire come la modalità di questa impresa criminale congiunta avesse intenzioni genocide per Srebrenica, ma non per loro, visto il modo in cui omicidi, detenzioni, atti inumani e altri crimini sono stati commessi in quei luoghi.

“Ciononostante, come ha affermato la Corte, i tentativi di coprire i crimini commessi a Srebrenica e altrove alla fine sono falliti. I fatti ora sono stati ben ricostruiti attraverso un attento esame secondo i più alti standard internazionali, sia nel caso in esame che in innumerevoli altri processi presso l’ICTY. Non si può negare il ruolo assunto dal generale Mladić, condannato per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio, anche a Srebrenica, dopo un processo in cui la sua capacità di difendersi è stata rispettata e agevolata.

“Oggi, mentre onoriamo la memoria delle vittime di Srebrenica, della Bosnia e di innumerevoli altri atti di violenza in tutto il mondo, possiamo affermare con più fiducia che lentamente ma sicuramente, la giustizia trionferà sulla violenza. Ci sono voluti 16 anni perché il generale Mladić venisse arrestato e trasferito all’ICTY, ma la lezione da trarre qui è che, sebbene ci sia voluto del tempo, non si può sfuggire alla giustizia, come ha dimostrato la sua cattura, il trasferimento, processo e condanna. Speriamo che coloro che sono sfuggiti alla giustizia ne traggano una lezione e che le vittime acquisiscano speranza “.
Per maggiori informazioni, si prega di contattare Alison Smith on asmith@npwj.org /+32-486-986 235, oppure Nicola Giovannini (ufficio stampa): ngiovannini@npwj.org /+32-2-548-3915.