Emma Bonino e NPSG lodano il lavoro dei vincitori del Premio Nobel per la Pace 2018, Denis Mukwege e Nadia Murad, due straordinarie persone che hanno rischiato la loro vita per porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato. Nel celebrare i loro sforzi per la difesa dei diritti umani, invitiamo la comunità internazionale a rilanciare e concretizzare questo riconoscimento intensificando gli sforzi a sostegno dei difensori dei diritti umani in tutto il mondo, la cui dedizione ai diritti umani fondamentali è esemplificata nell’impegno di questi due individui eccezionali.
Nadia Murad è un’attivista yazida per i diritti umani. Dopo aver perso la sua famiglia ed essere stata tenuta prigioniera per tre anni da Da’esh, ha deciso di fondare Nadia’s Initiative, un’organizzazione volta a sostenere la difesa delle donne e delle minoranze e a contribuire alla stabilizzazione e allo sviluppo delle comunità in crisi. La potente testimonianza di Nadia Murad sulla violenza a cui lei ed altre donne in cattività sono state sottoposte ha avuto grande risonanza al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Nel 2017, ciò ha portato all’apertura di un’indagine sui crimini commessi dall’ISIS contro il popolo Yazidi e sul riconoscimento del genocidio perpetrato contro tale popolo.
Il Dottor Mukwege, un ginecologo della RDC e fondatore dell’ospedale Panzi in Bakuva, è stato definito dal Comitato per il Nobel “il simbolo più importante, più esemplificativo a livello nazionale e internazionale, della lotta contro la violenza sessuale in guerra e nei conflitti armati”. Con il suo team ha curato migliaia di donne vittime di brutali violenze sessuali e stupri di gruppo durante la Seconda Guerra del Congo, i cui corpi sono stati trattati in modi inimmaginabili, spesso con conseguenze altrettanto inimmaginabili. Ha promosso l’uso della chirurgia ricostruttiva per le vittime di stupro ed ha criticato il governo congolese per la sua inerzia nel prevenire l’uso dello stupro come strategia di guerra. Sebbene sia stato ripetutamente minacciato di morte per il suo lavoro, continua a battersi per il cambiamento ed il suo ospedale ha curato decine di migliaia di donne e ragazze sin dalla sua fondazione.
Il comitato ha valutato la loro decisione sulla necessità di una maggiore visibilità per la violenza sessuale in tempo di guerra, affermando nel suo comunicato stampa:
“E’ passato un decennio da quando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 1820 (2008). Tale risoluzione ha stabilito che l’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato costituisce sia un crimine di guerra che una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali. Questo è anche quanto stabilito nello Statuto di Roma del 1998, che disciplina i lavori della Corte penale internazionale. Lo Statuto stabilisce che la violenza sessuale come arma di guerra e di conflitto armato è una grave violazione del diritto internazionale. Un mondo più pacifico può essere raggiunto solo se le donne ed i loro diritti fondamentali e sicurezza sono riconosciuti e protetti durante lo stato guerra “.
NPSG accoglie con favore l’inclusione di Denis Mukwege e Nadia Murad in questo gruppo di illustri personalità e attende con impazienza di sostenere ulteriori sforzi per porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra. Speriamo anche che il riconoscimento del loro lavoro e l’accresciuta attenzione a questo problema porti ad un maggiore impegno da parte della comunità internazionale, inclusa la Corte penale internazionale, al fine di consegnare alla giustizia i responsabili di crimini sessuali e di genere.