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Emma Bonino

Fondatrice

Emma Bonino è la fondatrice di NPSG ed è ancora molto impegnata nelle campagne e nelle attività di NPSG.
Emma Bonino è stata Ministro degli Affari Esteri italiano dall’aprile 2013 al febbraio 2014. Nella precedente legislatura è stata Vicepresidente del Senato italiano. Fino all’aprile 2008 è stata ministro del Commercio internazionale e degli Affari europei e prima ancora è stata membro del Parlamento europeo. Eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati italiana nel 1976, da allora ha sempre fatto parte del Parlamento italiano o di quello europeo, tranne quando è stata Commissario europeo.

Tra il 1994 e il 1999 è stata Commissario europeo per gli aiuti umanitari, la pesca, la politica dei consumatori, la tutela della salute dei consumatori e la sicurezza alimentare. In qualità di Commissario europeo per gli aiuti umanitari, Emma Bonino è stata responsabile della gestione del programma di aiuti d’emergenza dell’Unione europea (ECHO), che aveva un budget medio di oltre 800 milioni di euro all’anno, di cui quasi un terzo veniva convogliato attraverso le agenzie delle Nazioni Unite. In questo modo, ha stretto profondi legami con tutti gli altri attori del settore umanitario, tra cui l’Alto Commissario Ogata e il suo vice, il compianto Sergio Vieira de Mello, portando al “Vertice umanitario” di Madrid da lei organizzato nel dicembre 1995. Il suo principale contributo alla dottrina umanitaria di questi anni è stata la ferma convinzione che la fornitura di aiuti umanitari debba andare di pari passo con l’azione politica, in un approccio integrato volto a garantire che i principi umanitari e dei diritti umani siano sempre rispettati e non diventino un alibi per l’inazione.

In qualità di Commissario europeo, Emma Bonino ha affrontato le principali crisi provocate dall’uomo negli anni Novanta, che hanno causato milioni di rifugiati e sfollati, anche nella regione dei Grandi Laghi e nei Balcani. Le sue frequenti visite sul campo hanno attirato l’attenzione internazionale sulle crisi di queste regioni, che secondo lei richiedevano una risposta politica, non solo umanitaria. In particolare, il suo grido d’allarme sui massacri perpetrati a Srebrenica e poi sulle deportazioni in Kosovo ha risvegliato l’attenzione del mondo. Nel dicembre 1997, tra i promotori della campagna, ha firmato a nome della Commissione europea la Convenzione di Ottawa sulle mine antipersona. Allo stesso tempo, nell’ambito del suo portafoglio di Commissario europeo, ha gestito complesse questioni transfrontaliere e internazionali di sua competenza: come Commissario per la pesca è stata responsabile della risoluzione positiva della controversia sulla pesca tra Canada e Spagna e poi tra Marocco e UE, e come Commissario per la politica dei consumatori, la tutela della salute dei consumatori e la sicurezza alimentare, ha supervisionato la risposta della Commissione europea alla crisi della mucca pazza. Nel gennaio 2005, Emma Bonino è stata eletta Presidente del “Comitato dei Garanti”, composto da alti esponenti politici ed ex Primi Ministri, nominati dal Governo italiano. Il Comitato supervisiona l’erogazione dei fondi promessi da privati per gli aiuti allo tsunami nel 2005 in Italia, che ad oggi ammontano a più di 50 milioni di euro.

Emma Bonino ha trascorso gran parte del suo tempo tra l’Europa e il Cairo, in Egitto, dove è stata Distinguished Visiting Professor presso l’Università Americana del Cairo; il periodo trascorso in Egitto le ha dato l’opportunità di mettere a fuoco la sua esperienza in materia di diritti umani e questioni umanitarie in Medio Oriente e Nord Africa. Nell’ambito del suo lavoro nella regione, nel gennaio 2004 ha diretto il processo politico che ha portato alla Conferenza regionale intergovernativa di Sana’a sulla democrazia, i diritti umani e il ruolo della Corte penale internazionale, organizzata dal governo dello Yemen e dall’ONG Non c’è pace senza giustizia. La Conferenza di Sana’a, un incontro senza precedenti tra i governi e la società civile dei Paesi arabi e di quelli limitrofi, è stata una parte fondamentale del risveglio delle aspirazioni democratiche in Medio Oriente e Nord Africa, riconoscendo che la democrazia non è solo istituzioni rappresentative, ma anche il rispetto dei principi fondamentali, in particolare lo stato di diritto e i diritti umani.

Dal luglio 2003, Emma Bonino si batte anche per la ratifica del Protocollo di Maputo sui “Diritti delle donne in Africa” alla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli come quadro globale per la realizzazione dei diritti delle donne in Africa. Questo fa parte di un lavoro costante su delicate questioni politiche e culturali legate ai diritti umani, tra cui “Stop FGM”, la campagna internazionale per l’abbandono delle mutilazioni genitali femminili; “Un fiore per le donne di Kabul” nel 1998, un’azione internazionale sulla discriminazione delle donne nell’Afghanistan controllato dai talebani; e, già dagli inizi della sua carriera politica in Italia, con i colleghi del Partito Radicale, le campagne per i diritti civili e per i diritti delle donne degli anni Settanta; gli impegni umanitari degli anni Ottanta, tra cui la creazione nel 1982 di “Parlamentari italiani contro la fame”, che ha portato a decuplicare l’impegno finanziario italiano per l’assistenza allo sviluppo, e la campagna per i diritti civili e politici nell’Europa orientale.

Tra gli altri impegni internazionali più importanti di Emma Bonino figurano la delegazione del Parlamento europeo nel 2004 nella regione sudanese del Darfur e la nomina, nel novembre 2002, a capo osservatore della missione di osservazione elettorale dell’Unione europea per le elezioni presidenziali in Ecuador. Nell’ottobre 2002 è stata anche capo della delegazione del Governo italiano alla Conferenza intergovernativa della Comunità delle democrazie a Seul. Nel 1999 è stata nominata membro del Consiglio di amministrazione dell’International Crisis Group. La convinzione di Emma Bonino che lo Stato di diritto sia un prerequisito per la protezione delle persone vulnerabili trova espressione anche nel suo impegno di lunga data per lo sviluppo e il rafforzamento del sistema di giustizia penale internazionale. Dal 1993, ha guidato la campagna per l’istituzione dei Tribunali penali internazionali per l’ex Jugoslavia e per il Ruanda e per l’istituzione della Corte penale internazionale. Mentre era Commissario europeo per gli Affari umanitari, Emma Bonino è stata a capo della delegazione della Commissione europea alla Conferenza diplomatica di Roma dei plenipotenziari sull’istituzione di una Corte penale internazionale nel 1998, durante la quale è stato adottato lo Statuto di Roma.