Bruxelles – Roma – New York, 2 settembre 2014
Maryam Al-Khawaja, attivista per i diritti umani in Bahrein, è stata prima fermata, impedendole di entrare nel paese e in seguito arrestata sabato 30 agosto 2014 al suo arrivo all’aeroporto di Manama. Secondo quanto ha dichiarato il suo avvocato, Maryam Al-Khawaja, che ha doppia nazionalità danese e bahrenita, è stata “spogliata della sua nazionalità” e contro di lei sono state mosse numerose accuse, tra cui quella di aver insultato il re del Bahrein e di aver assalito un agente di polizia in aeroporto. Maryam al-Khawaja, vicepresidente del Centro per i Diritti Umani del Bahrein, si stava recando in Bahrein per visitare suo padre, l’attivista per i diritti umani Abdulhadi Al-Khawaja, che si trova in prigione e che il 26 agosto 2014 ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il suo arresto e la sua detenzione arbitrari. Abdulhadi Al-Khawaja è stato condannato all’ergastolo nel giugno 2011 da un tribunale militare e gli viene tuttora negata l’assistenza medica di cui avrebbe bisogno, dato che si trova in condizioni critiche causate dalla prolungata prigionia.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito condannano fermamente l’arresto e la detenzione di Maryam al-Khawaja e invitano le autorità del Bahrein ad assicurare il suo rilascio immediato e senza condizioni. L’arresto di Maryam è l’ennesima dimostrazione delle pratiche repressive e di rappresaglia condotte dalle autorità del Bahrein nei confronti di coloro il cui unico “crimine” è quello di essersi impegnati in un’azione politica volta a promuovere pacificamente riforme democratiche in Bahrein.
“Tre anni dopo la sua violenta risposta alle manifestazioni di cittadini che chiedevano riforme politiche e nonostante ripetute promesse, il regime del Bahrein non è riuscito a mettere in pratica alcun progetto riformatore. Anzi, continua nella sua opera repressiva nei confronti dei dissidenti pacifici e priva quotidianamente la maggior parte degli abitanti del Bahrein dei loro diritti fondamentali. Attivisti della società civile e difensori dei diritti umani, minori compresi, sono costantemente vittime di molestie, detenzioni arbitrarie, maltrattamenti e processi sommari per il semplice fatto di aver partecipato a manifestazioni pacifiche o per aver criticato le autorità.
“Auspichiamo che la comunità internazionale faccia del suo meglio per assicurare il rilascio immediato di Maryam Al-Khawaja e per chiedere alle autorità del Bahrein il rispetto delle convenzioni internazionali e dei diritti umani internazionali. In Bahrein si raggiungerà una vera transizione democratica solo se tutti coloro che promuovono un dialogo pacifico e non violento saranno liberi di contribuire pienamente al processo politico.”
Il Progetto di NPSG in Bahrein
Il lavoro di NPSG in Bahrein mira a sostenere le organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani nel loro sforzo di promuovere una riforma politica non violenta e democratica in Bahrein. Si concentra nell’assistenza dei difensori e dei promotori di diritti umani al fine di assicurare un’attribuzione delle responsabilità effettive ed autentiche, per le violazioni dei diritti umani passate e presenti, anche tramite presenza, monitoraggio e documentazione.
Per ulteriori informazioni, si prega di contattare: Gianluca Eramo, Coordinatore del Programma per la Democrazia nella regione MENA, email geramo@npwj.org, tel: +32 2 548 39 12; o Nicola Giovannini al ngiovannini@npwj.org o +32 2 548 39 15.