Bruxelles, 17-18 Marzo 2016
Il 17 e 18 marzo 2016, come parte di un tour di una settimana delle maggiori città europee, una Delegazione dei Leader dell’Opposizione Bahreinita ha visitato Bruxelles per una serie di incontri con le istituzioni dell’UE organizzati con il supporto di Non c’è Pace Senza Giustizia. La delegazione includeva Radhi Al-Mosawi, Segretario Generale del “Waad Society” (National Democratic Action Society), Fareda Ghulam, attivista per I diritti delle donne e Vice Segretaria del Partito Waad (nonché moglie di Ibrahim Sharif, figura di spicco dell’opposizione), e Abdulnabi Al Ekry, Presidente del “Bahrain Transparency Society”.
Le riunioni sono state organizzate con i funzionari del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE) incaricati dei Paesi del Golfo (GCC), così come con i membri del Parlamento Europeo e funzionari della segreteria della sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo. Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ha anche convocato una tavola rotonda, insieme ai rappresentanti di ONG internazionali, tra cui International Crisis Group, Amnesty International Belgio, Centro europeo per la Democrazia ei Diritti Umani, Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli non rappresentati (UNPO).
Lo scopo della visita della Delegazione del Bahrein è stata quella di mettere in evidenza la intensificata campagna di intimidazione che le autorità bahreinite stanno portando avanti contro i leader della società civile e dell’opposizione politica e contro i difensori dei diritti umani, i quali si sforzano di far avanzare riforme democratiche significative e il rispetto dei diritti umani nel paese. Nonostante il Governo affermi pubblicamente che sta lavorando sulla strada delle riforme, la repressione e le pratiche di ritorsione sono ancora in uso per mettere a tacere qualsiasi dissenso pacifico.
Particolare attenzione è stata dedicata al caso di Ibrahim Sharif, condannato il 24 Febbraio a una nuova pena detentiva (di un anno), come risultato del processo avviato nei suoi confronti in seguito al suo nuovo arresto il 11 luglio 2015 dopo aver pronunciato un discorso che chiedeva riforme democratiche. L’arresto è avvenuto a sole tre settimane dal suo rilascio, dopo aver già scontato una condanna a cinque anni per aver pacificamente richiesto alle autorità governative nel 2011 l’avvio di un processo di riforme nel paese. Le nuove accuse contro di lui e il verdetto emesso dalla quarta corte penale bahreinita, sono un nuovo chiaro esempio della determinazione delle autorità del Bahrein di criminalizzare la libertà di parola. Con Sharif nuovamente imprigionato, il resto del “Bahrain Thirteen” e il Segretario generale del più grande blocco di opposizione del paese al-Wefaq, Sheikh Ali Salman ancora dietro le sbarre, quasi l’intera leadership dell’opposizione politica del Bahrain è ora in carcere.
La delegazione del Bahrain ha anche sottolineato chiaramente la necessità del sostegno e impegno della comunità internazionale e dell’Unione europea e in particolare dei suoi Stati membri. Dovrebbero essere prese misure concrete immediate per rendere le autorità del Bahrein responsabili e rispettose dei loro obblighi ai sensi delle leggi e delle norme internazionali sui diritti umani. In primo luogo, essi devono rispettare e proteggere i diritti fondamentali dei propri cittadini ed impegnarsi in un dialogo reale e inclusivo con i leader dell’opposizione pacifici e con i difensori dei diritti umani. Le autorità governative devono anche rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri di coscienza che sono stati imprigionati solo per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione, associazione e riunione in Bahrain.
Campagna di NPSG per sostenere i diritti umani, la democrazia e l’attribuzione delle responsabilità in Bahrain
Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) supporta le organizzazioni e gli attivisti dei diritti umani nel Bahrein nel loro sforzo di promuovere una non violenta e democratica riforma del paese. La campagna si concentra nell’assistere i difensori e sostenitori dei diritti umani per garantire la responsabilità effettiva e reale delle violazioni dei diritti umani passate e in corso, anche attraverso la divulgazione, il monitoraggio e la documentazione di tali violazioni.
Per maggiori informazioni: Gianluca Eramo (Coordinatore del Progamma Democrazia nella regione MENA), geramo@npwj.org o Nicola Giovannini (Coordinatore della Comunicazione e Affari Pubblici di NPSG) ngiovannini@npwj.org oppure +32-2-548-3915.