Il 24 maggio 2014, Nabeel Rajab, un noto attivista per i diritti umani bahreinita e presidente del Bahrain Centre for Human Rights, è stato rilasciato dopo aver trascorso quasi due anni in detenzione. Nabeel Rajab è stato arrestato e condannato nell’agosto 2012 a tre anni di carcere per aver convocato e partecipato ad “incontri illegali”. Una corte d’appello ha successivamente ridotto la sua condanna di un anno. Prima del suo arresto, nel luglio 2012, Nabeel era stato condannato a tre mesi di carcere con l’accusa di commenti anti governativi sui social network, incluso Twitter. Questa condanna era stata successivamente ribaltata in appello, solo dopo aver iniziato a scontare la pena per aver preso parte a delle proteste. Alla sua 66ma sessione nel giugno 2013, il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie delle Nazioni Unite ha definito arbitraria la detenzione di Nabeel Rajab.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (NRPTT) sono lieti del fatto che Nabeel Rajab sia finalmente fuori di prigione, dove peraltro non avrebbe mai dovuto trovarsi. La detenzione arbitraria di Nabeel per aver esercitato il suo diritto di espressione, associazione e di riunione, insieme ad altri difensori di diritti umani, vittime di simili accuse di natura politica, dimostra la determinazione delle autorità bahreinite a sopprimere qualsiasi dissenso politico nonché la ricerca non violenta della democrazia, dello stato di diritto e di rispetto dei diritti umani nel paese.
“Nonostante le ripetute promesse di attuare le raccomandazioni della Commissione di Inchiesta Indipendente Bahreinita (Bahrain Independent Commission of Inquiry – BICI) nel novembre 2011 e dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (Human Rights Counsil – HRC) nel maggio 2012, il regime in Bahrein continua quotidianamente a vietare i diritti fondamentali ad una gran parte di bahreiniti. Noti attivisti della società civile nonché difensori dei diritti umani, minori inclusi, sono tuttora soggetti a molestie, detenzioni arbitrarie ed arresti, maltrattamenti e processi iniqui e a sfondo politico che danno luogo a severe condanne per aver partecipato a manifestazioni pacifiche od aver criticato dei funzionari.
“Se il governo è sincero riguardo le riforme atte ad ancorare il futuro del paese a valori democratici, deve rispettare lo stato di diritto ed assicurare il rispetto dei diritti umani. Le autorità bahreinite dovrebbero inoltre rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti gli altri prigionieri di coscienza ed i difensori di diritti umani in carcere, unicamente “colpevoli” di aver parlato a favore di riforme, di diritti umani, e di una democrazia effettiva in Bahrein.
“La comunità internazionale ha inoltre la responsabilità di assicurare che le autorità bahreinite non persistano in questa strategia repressiva e di ritorsione piuttosto che adempiere ai propri doveri. Oggi, è ancora più urgente per la comunità internazionale di attenersi ai suoi doveri e responsabilità di proteggere coloro che sono minacciati per aver appoggiato apertamente la fine di questa prolungata cultura di impunità che persiste indisturbata in Bahrein fino ad oggi.”
Il progetto di Non c’è Pace Senza Giustizia in Bahrein
Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) supporta le organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani bahreiniti nel loro sforzo di promuovere una riforma politica non violenta e democratica in Bahrein. Si concentra nell’assistenza dei difensori e dei promotori di diritti umani al fine di assicurare un’attribuzione di responsabilità effettiva ed autentica, per le violazioni dei diritti umani passate e presenti, anche tramite presenza, monitoraggio e documentazione.
Per ulteriori informazioni, si prega di contattare: Gianluca Eramo, Coordinatore del Programma per la Democrazia nella regione del Medio Oriente e Nord Africa, email geramo@npwj.org, tel: +32 2 548 39 12; o Nicola Giovannini al ngiovannini@npwj.org o +32 2 548 39 15.