Bruxelles, 8 luglio 2016
Ieri, il Parlamento Europeo ha adottato a larga maggioranza una risoluzione d’urgenza che condanna le recenti violazioni dei diritti umani compiute dalle autorità del Bahrein, e ha chiesto di porre fine alla crescente repressione nei confronti degli attivisti per i diritti umani nel paese, dell’opposizione politica e della società civile.
Dichiarazione di Niccolo’ Figa Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT), accolgono l’adozione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione di ferma condanna rispetto alla campagna di repressione e persecuzione in corso in Bahrain contro i difensori dei diritti umani, i leader dell’opposizione politica e gli attivisti della società civile, e alla restrizione dei diritti democratici fondamentali.
“Sottolineiamo e sosteniamo pienamente il riconoscimento, esplicitato nella risoluzione, del fatto che la stabilità politica e l’unità sociale in Bahrain possono essere garantite nel lungo periodo solo attraverso la costruzione di una società veramente pluralista e rispettosa della diversità, lo Stato di diritto e i valori democratici. Se il governo si è sinceramente impegnato nel riconoscere le legittime richieste di partecipazione democratica da parte del popolo del Bahrain, deve prima di tutto rispettare e proteggere i diritti umani fondamentali quali la libertà di espressione, associazione e riunione, invece che negarli.
“Come richiesto dalla risoluzione, le autorità del Bahrein dovrebbero garantire il rilascio immediato e incondizionato di Nabeel Rajab e altri difensori dei diritti umani attualmente detenuti, il cui unico “crimine” è quello di sostenere apertamente e pacificamente delle riforme democratiche significative e promuovere il rispetto dei diritti umani in Bahrain. Lo stesso vale per Sheikh Ali Salman, capo del gruppo di opposizione Al-Wefaq, la cui condanna è incredibilmente passata da 4 a 9 anni di reclusione a maggio. Inoltre, l’allarmante decisione delle autorità del Bahrein di sospendere Al-Wefaq, così come l’uso improprio delle leggi anti-terrorismo e, in modo particolare, della revoca arbitraria della nazionalità come mezzo di pressione politica e di condanna, non possono che alimentare ulteriormente turbolenze politiche e tensioni sociali.
Confidiamo che l’Unione Europea e gli stati membri seguano il Parlamento Europeo nell’esprimere in modo inequivocabile le stesse preoccupazioni e nel sollecitare il regime del Bahrein a rispettare i propri obblighi in conformità al diritto internazionale in materia di diritti umani, sia a livello bilaterale che attraverso l’utilizzo di piattaforme multilaterali quali l’imminente riunione ministeriale del Consiglio di cooperazione UE-Golfo in programma il 18-19 luglio 2016”.
“Una vera transizione democratica in Bahrein sarà raggiunta solo se tutti coloro che sono impegnati nel dialogo pacifico e non violento saranno in grado di contribuire pienamente al processo politico, senza timore di rappresaglie. La comunità internazionale deve sostenere questo processo, piuttosto che chiudere un occhio su ciò che si sta rapidamente configurando come lo scenario peggiore per il Bahrein: la creazione di uno stato di tirannia e di repressione in cui sono negati i diritti civili e politici alla maggioranza dei cittadini del Bahrein”.
- Per maggiori informazioni, contattare Gianluca Eramo su geramo@npwj.org o +32-2-548-3925 oppure Nicola Giovannini on ngiovannini@npwj.org or +32-2-548-3915.
- Visita la sezione speciale dedicata alla Campagna di NPSG in supporto dei diritti umani, della democrazia e della lotta contro l’impunità in Bahrain