CPI/Libia – NPSG plaude alla liberazione dei membri dello staff della ICC detenuti

3 Lug, 2012 | Comunicati Stampa

Bruxelles-Roma, 3 luglio 2012

Ieri, le autorità libiche hanno rilasciato i quattro membri dello staff della Corte Penale Internazionale (CPI), che erano detenuti dal 7 giugno 2012. I membri dello staff della ICC erano in Libia per incontrare Saif al-Islam Gheddafi, che è sottoposto ad un mandato d’arresto della ICC per crimini contro l’umanità presumibilmente commessi in Libia dal 15 febbraio 2012.


Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) accoglie con favore il rilascio, da parte delle autorità libiche, dei quattro membri dello staff della ICC, detenuti in Libia dal 7 giugno 2012 mentre erano incaricati di una missione autorizzata dai giudici della CPI, ed approvata dal governo libico ad interim, per incontrare Saif al-Islam Gheddafi.

La ininterrotta detenzione di funzionari della ICC per quasi un mese ed il fatto che i loro documenti siano stati perquisiti e sequestrati stava gettando un’ombra profonda sulla volontà e sulla capacità della Libia di cooperare con la CPI e di rispettare norme giuridiche internazionali. Tra queste norme, due principi sono fondamentali: ovvero che le comunicazioni tra gli avvocati e gli assistiti sono confidenziali, e che ai funzionari della CPI sia permesso di lavorare senza ostruzione.

NPSG ha ripetutamente sostenuto che la comunità internazionale dovrebbe supportare la Libia nell’investigazione e nella prosecuzione di quelle persone soggette ad un mandato d’arresto della CPI, vale a dire Saif al-Islam Gheddafi and Abdulla al-Senussi, e tutti gli altri su cui presumibilmente ricadono le maggiori responsabilità delle violazioni di diritto internazionale commessi prima e durante il conflitto.

Secondo il principio di complementarietà, la CPI è competente solo se le autorità libiche non sono in grado o non vogliono indagare e perseguire i crimini di cui gli imputati sono stati accusati. Al fine di dimostrare la sua volontà e la capacità di processare Saif al-Islam Gheddafi, Abdulla al-Senussi e tutti gli altri, così che possano affrontare la giustizia nello stesso luogo in cui avrebbero presumibilmente condotto i loro brutali attacchi, La Libia dovrebbe reimpegnarsi nuovamente ad una piena cooperazione con la CPI e garantire la libera circolazione del suo personale e di coloro impegnati a proteggere i diritti degli imputati e delle vittime allo stesso modo.

Dopo decenni di dittatura e illegalità, ci auguriamo che in Libia vivano i principi e gli ideali per cui è stata combattuta la rivoluzione così che possa riunirsi alla comunità di nazioni che aspirano a vivere secondo lo stato di diritto.

Per ulteriori informazioni, contattare Alison Smith su asmith@npwj.org o +32-2-548-3912 o Nicola Giovannini su ngiovannini@npwj.org o +32-2-548-3915.