Dichiarazione di Alison Smith, conisgliere legale di Non C’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Transnazionale Transpartito Nonviolento (PRNTT) reiterano le loro forti preoccupazioni per le ripetute e continue violazioni da parte delle autorità giudiziarie del Bangladesh del diritto a un equo processo nell’adempimento di crimini internazionali.
“Attraverso la persistente esclusione delle garanzie processuali dovute e l’applicazione della pena di morte, il Tribunale per i Crimini Internazionali (ICT) non otterrà l’obiettivo prefissato di portare giustizia alle vittime e di affrontare le atrocità di massa commesse durante il conflitto di nove mesi nel 1971 – dal quale il Bangladesh è traumaticamente emerso come Stato indipendente – e che perseguitano il Paese ancora oggi.
“Le ultime sentenze controverse comminate contro Mr Mojaheed e Mr Chowdhury rinforzano ulteriormente la percezione che gli atti dell’ICT siano un’arma di vendetta influenzata politicamente, il cui obiettivo reale è creare ulteriore violenza e divisione, e non la riconciliazione che il popolo del Bangladesh merita. Il Bangladesh non può continuare a ignorare le vere legittime preoccupazioni e le richieste persistenti per le riforme, sia interne che internazionali, incluse quelle delle sentenze ufficiali delle Nazioni Unite.
“Questo significa in primo luogo e soprattutto l’immediata e categorica esclusione della pena di morte per gli individui accusati dall’ICT e la piena applicazione di tutte le garanzie processuali dovute, incluse la protezione dei testimoni, dei potenziali testimoni e dei legali della difesa da molestie ed intimidazioni; la piena applicazione della presunzione di innocenza; e di tutti i diritti processuali garantiti secondo i più alti standard internazionali.
“Chiediamo alla comunità internazionale di insistere perchè il Bangladesh sia all’altezza di questi standard. In particolare, chiediamo all’Unione Europea, attraverso la sua delegazione attualmente presente nel Paese, di compiere i passi necessari per assicurarsi che il Bangladesh si conformi agli obblighi internazionali sui diritti umani ed altri trattati. Il più importante tra questi è di annullare la sentenza di pena di morte di Mr Mojaheed e Mr Chowdhury, che potrebbe essere prevenuta se ci fosse sufficiente pressione. L’Unione Europea deve riprendere la propria leadership sui diritti umani, compiendo ogni azione che possa evitare un errore giudiziario che queste esecuzioni rappresenterebbero.”
Per ulteriori informazioni, contattare Alison Smith su asmith@npwj.org o al +32-2-548 39 12, oppure Nicola Giovannini su ngiovannini@npwj.org o al +32-2-548-3915.