Giustizia e lottà contro l’impunità sono l’unica via per raggiungere una pace duratura e garantire sicurezza in Siria e nella regione

14 Gen, 2013 | Comunicati Stampa

New York – Bruxelles – Roma, 14 gennaio 2013

 

In una lettera congiunta, inviata oggi dall’Ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite a New York al Consiglio di Sicurezza, 57 stati, tra i quali Francia e Regno Unito, che sono due dei cinque membri permanenti del Consiglio stesso, hanno richiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza al fine di deferire la situazione in Siria alla Corte Penale Internazionale (CPI). Se il Consiglio di Sicurezza accetterà di investire la CPI, criminali di guerra e coloro sospettati di aver commesso crimini conto l’umanità durante il conflitto siriano, dopo essere stati arrestati, saranno processati di fronte alla Corte. Non essendo la Siria tra gli stati parte della CPI, la Corte non ha giurisdizione per incriminare i cittadini siriani senza la richiesta da parte del Consiglio di Sicurezza.

Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG), il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono l’iniziativa promossa dai 57 stati che richiede al Consiglio di Sicurezza di deferire alla Corte Penale Internazionale (CPI) la situazione della Repubblica Araba Siriana dal marzo del 2011,  senza eccezioni ed indipendentemente dai potenziali coplevoli.

“Negli ultimi 22 mesi le notizie e le immagini che pervengono dalla Siria non lasciano molti dubbi nella mente degli spettatori: crimini contro l’umanità e crimini di guerra continuano ad essere perpetrati con sempre maggiore intensità, favoriti da un clima di totale impunità. Nonostante i ripetuti appelli avanzati dalle Organizzazioni Internazionali e Regionali al governo del Presidente Assad per porre fine alle violenze e alla repressione verso gli oppositori, le ragioni della pace e della sicurezza rimangono inascoltate. Secondo il rapporto presentato la scorsa settimana dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR), almeno 60 mila persone sarebbero morte nel coso della guerra civile Siriana, senza considerare le migliaia di rifugiati, le innumerevoli sparizioni forzate, gli arresti arbitrari e le torture.

“Sin dall’inizio del conflitto, al fine di consentire una pacifica e condivisa soluzione della crisi siriana e la transizione politica verso la democrazia, NPSG e PRNTT hanno sempre perorato la creazione di un sistema imparziale ed effettivo di attribuzione delle responsabilità e monitoraggio delle violazioni dei diritti fondamentali individuali, insieme alla prosecuzione di coloro che si sono resi maggiormente responsabili per i crimini contro la popolazione civile. Un deferimento alla CPI porrebbe fine alla cultura di impunità che connota il panorama siriano, indicando in modo incisivo che la comunità internazionale si sta finalmente muovendo nel tutelare i diritti umani in Siria e supportare gli sforzi del suo popolo per garantire giustizia, lo stato di diritto ed un processo politico che, per la prima volta nella storia del paese, potrebbe affermare valori democratici, istituzioni liberali ed un governo plurale.

“Giustizia ed attribuzione delle responsabilità sono l’unica via per garantire la sicurezza ed il raggiungimento di una pace duratura in Siria e nella regione.  Invitiamo gli altri stati membri delle Nazioni Unite di appoggiare questa iniziativa e, in caso di deferimento, di impegnarsi con le risorse e i mezzi necessari al fine di investigare questi crimini e dare esecuzione ai possibili mandati di arresto. Solo attraverso un’azione reattiva ed affidabile, portata avanti in modo coeso da tutta la comunità internazionale, sarà finalmente possibile rimuovere le nuvole nere che oscurano i cieli siriani.

Per maggiori informazioni, si prega di contattare Alison Smith all’indirizzo asmith@npwj.org o al numero +32-(0)2-548-3912; oppure Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o al numero +32-(0)2-548-3915.