Bruxelles-Roma, 16 Aprile 2014
La Francia sta diventando sempre più il punto focale delle attività diplomatiche per il possibile deferimento della Siria alla Corte Penale Internazionale (CPI). La settimana scorsa la Francia ha richiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Siria, durante la quale l’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite Navi Pillay ha informato il Consiglio reiterando le dichiarazioni riguardo la “prova schiacciante” che atroci crimini di guerra e crimini contro l’umanità sono stati commessi nel conflitto siriano.Navi Pillay ha indicato che, secondo le informazioni, la responsabilità giace ai livelli gerarchici più alti rendendo necessaria un deferimento alla CPI. Ieri la Francia ha convocato una riunione cosiddetta “Formula di Arria”, di carattere informale e confidenziale dei membri del Consiglio di Sicurezza, per valutare un’inchiesta svoltasi in gennaio presentata da una squadra di esperti legali e forensi riguardo le presunte torture ed esecuzioni inflitte dal governo siriano sui detenuti. Questa riunione ha dato l’opportunità di sollevare l’importanza della imputabilità dei crimini commessi in Siria ed esprimere il favore per un coinvolgimento della CPI. La Siria non è Stato membro della CPI, la Corte non ha quindi alcuna giurisdizione sui crimini commessi in Siria, se non tramite un deferimento del Consiglio di Sicurezza o una “auto-denuncia” da parte della stessa Siria.
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale e Direttore del Programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono l’iniziativa della Francia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di adottare standard più severi per l’ attribuzione delle responsabilità e per la giustizia nei confronti degli atti commessi durante l’attuale conflitto e la necessità di deferirela situazione della Repubblica Araba Siriana alla Corte Penale Internazionale senza eccezioni e a prescindere dagli autori dei fatti.
“Incitiamo la Francia a continuare nei suoi sforzi diplomatici e a fare i passi necessari per depositare una bozza di risoluzione in questo senso e incitiamo i membri del Consiglio di Sicurezza e le altre nazioni ad esprimere il loro sostegno. Dal momento che è più probabile che i membri del Consiglio alleati a Bashar al-Assad, in particolare la Russia, utilizzino il veto per impedire la risoluzione, un punto di svolta potrebbe essere affrontare i gravi ed evidenti abusi che hanno segnato il conflitto siriano. Ciò potrebbe inoltre forzare i membri riluttanti del Consiglio a giustificare la propria benedizione morale e politica riguardo le continue atrocità e il loro chiudere un occhio sulle azioni commesse dai colpevoli nella più totale impunità.
“Negli ultimi tre anni la Siria è stato teatro di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani che continuano ad essere eseguite con crescente frequenza e nella più totale impunità. Tutte le iniziative diplomatiche avviate dalla comunità internazionale non hanno avuto successo fino ad ora nel proteggere i civili e riportare la pace in Siria; non hanno neanche intrapreso il processo necessario per una transizione capace di portare dopo 40 anni di dittatura a delle istituzioni democratiche.
“Fin dall’inizio del conflitto NPSG e il PRNTT hanno costantemente sostenuto la necessità di non rendere la violenza la via maestra per ottenere il potere politico. Rimanere fermi sull’attribuzione delle responsabilità è il miglior modo per interrompere la spirale di impunità che sta’ devastando la Siria, ed incoraggiare i combattenti a sottostare le convenzioni internazionali e le leggi dei conflitti armati, in particolare quelle che proteggono i civili. Devono essere posti in essere dei solidi, imparziali ed effettivi meccanismi di monitoraggio delle violazioni dei diritti fondamentali oltre ai processi nei confronti dei responsabili per i più gravi crimini contro la popolazione siriana. Questo è un passaggio cruciale per la possibilità di una soluzione pacifica e condivisa della crisi e per una transizione politica verso la democrazia.
“Ci appelliamo a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite per sostenere l’iniziativa della Francia e, se ci sarà un deferimento alla CPI, di utilizzare tutte le risorse necessarie e di dare il proprio supporto alle attività investigative e facilitare la possibile esecuzione dei mandati d’arresto. Solamente tramite una azione di risposta coesa e affidabile da parte della comunità internazionale si potranno disperdere le nuvole plumbee che incombono nel cielo siriano.”
Il progetto di NPSG su giustizia e attribuzione delle responsabilità
Il progetto mira a ridurre l’aspettativa della impunità e a formare una cultura della responsabilità. Lo scopo è dare la possibilità ai cittadini di esigere l’attribuzione delle responsabilità e la giustizia per le violazioni quotidiane avvenute negli ultimi tre anni e, allo stesso tempo, di formare il sistema giudiziario e le professioni legali per reagire a questa domanda.
Il perno del progetto è una serie di eventi di formazione e perorazione che si tengono a Gaziantep in Turchia vicino al confine siriano, con giudici, avvocati e attivisti siriani che forniscono le competenze e, forse ciò che più conta, l’aspirazione alla giustizia e il ritorno al proprio lavoro in Siria. L’obiettivo a lungo termine di questo progetto è di promuovere la democrazia e la protezione dei diritti umani tramite l’incorporazione della giustizia e dell’attribuzione delle responsabilità nelle decisioni per la risoluzione del conflitto, nella pianificazione della ricostruzione e dello sviluppo siriani.
L’obiettivo strategico del progetto è sostenere la società civile siriana avendo un ruolo attivo nella giustizia e attribuzione della responsabilità, comprendendo la difesa e documentazione delle violazioni dei diritti umani ricevendo, raccogliendo e conservando informazioni, documentazioni e materiali e analizzandoli allo scopo di scoprire cosa è avvenuto e ricostruendo i processi decisionali che risultano in violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani avvenuti in Siria dal marzo 2011.
Per ulteriori informazioni contattare Alison Smith all’indirizzo asmith@npwj.org o al numero +32-(0)2-548-3912 oppure Nicola Giovanniniall’indirizzo ngiovannini@npwj.org o +32-(0)2-548-3915.