Giovedì 13 ottobre 2011 il Presidente sudanese Omar al-Bashir ha raggiunto il Malawi per partecipare all’incontro regionale annuale tra i membri del Mercato Comune tra i Paesi dell’Asia Orientale e Meridionale (COMESA) che si tiene oggi a Lilongwe, capitale del Paese. Il Presidente al-Bashir è il primo presidente in carica ad essere ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI), che ha emanato nei suoi confronti un mandato di arresto per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra in Darfur.
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“L’Associazione radicale “Non c’è pace Senza Giustizia” (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) chiedono al Governo del Malawi di arrestare il Presidente Omar al-Bashir e condurlo dinnanzi alla CPI. Sebbene sia certamente nell’interesse del Presidente al-Bashir aumentare il numero di Paesi in cui potersi recare impunemente, non è viceversa in quello del Malawi essere considerato un porto franco per i criminali di guerra. Inoltre, con questo comportamento, il Malawi rende dubbia la sua legittimità in quanto Paese rispettoso della legge, poiché rientra negli obblighi di ciascuno Stato Parte della CPI assicurare che i mandati di arresto emanati dalla CPI trovino esecuzione.”
“Facciamo appello alla Corte e agli Stati Parte affinché utilizzino tutti i canali possibili per fare pressione sul Governo del Malawi, per indurlo ad eseguire il mandato di arresto finché il presidente al-Bashir si troverà nel Paese. Chiediamo inoltre che la Corte e gli Stati Parte siano chiari con il Malawi circa le conseguenze dalla mancata ottemperanza agli obblighi derivanti dello Statuto di Roma. I giudici della Corte potrebbero dimostrare che la mancata cooperazione del Malawi rischia di impedire alla Corte di svolgere correttamente le sue funzioni e di conseguenza potrebbero riferire il problema all’Assemblea degli Stati Parte o al Consiglio Generale delle Nazioni Unite.”
“Centinaia di migliaia di vittime delle violenze in Darfur vivono oggi come rifugiati. La CPI ha valide ragioni per ritenere che il Presidente Al-Bashir debba essere considerato responsabile di buona parte dei crimini che queste persone hanno subito. È arrivato il momento di consegnare il Presidente Al-Bashir e gli altri latitanti alla giustizia, anziché accoglierli a braccia aperte. Il Malawi può segnare un punto a favore della pace nella regione, eliminando dalla scena uno degli attori che più sono responsabili del perdurare di una situazione d’instabilità, da decenni.”
Per maggiori informazioni, contattare Nicola Giovannini: ngiovannini@npwj.org o +32-2-548-3915.