La Libia dovrebbe battersi per la giustizia, non garantire l’impunità al Presidente al-Bashir

7 Gen, 2012 | Comunicati Stampa

Domenica 7 gennaio 2012, il Presidente sudanese Omar al-Bashir si è recato in Libia per una visita di due giorni ed è stato ricevuto all’aeroporto di Tripoli da Mustafa Abdul Jalil, presidente del Consiglio Nazionale di Transizione. Il Presidente al-Bashir è il primo Presidente in carica incriminato dalla dalla Corte Penale Internazionale (CPI), la quale nel marzo 2009 ha emesso un mandato d’arresto contro di lui per le sospette gravi responsabilità per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Darfur.

Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) esprimono un profondo disappunto per la volontà delle autorità del governo di transizione libico di ricevere il Presidente Sudanese al-Bashir, fatto che palesemente contraddice i valori ed i principi sostenuti da quegli uomini e donne coraggiosi che hanno compiuto la rivoluzione ed hanno abbattuto il precedente regime.

“Accogliendo un capo di Stato su cui pende un mandato d’arresto internazionale per gravi violazioni dei diritti umani, il Consiglio Nazionale di Transizione ha perso un’occasione per dimostrare il proprio impegno per la giustizia, lo stato di diritto e la protezione dei diritti umani.

“Mentre è sicuramente nell’interesse del Presidente al-Bashir ampliare la cerchia di paesi nei quali possa recarsi impunemente, non è nell’interesse della Libia essere considerata un rifugio sicuro per per i criminali di guerra, tenuto conto in modo particolare della situazione relativa a Saif al-Islam. Avevamo già sostenuto che, sembrando disposta a perseguirli, ed essendo sicuri che ne fosse capace, la Libia avrebbe dovuto essere lasciata giudicare i propri criminali di guerra, incluso Saif al-Islam. Offrire al presidente al-Bashir protezione dalla CPI ed accoglierlo ai più alti livelli richiede però una riflessione sul fatto che il paese non sia davvero disposto ad assicurare l’impunità per i crimini di guerra ed i crimini contro l’umanità.

“Centinaia di migliaia di vittime delle violenze in Darfur vivono ora come rifugiati, in conseguenza dei crimini commessi contro di loro. La CPI ritiene che ci siano basi ragionevoli per credere il Presidente al-Bashir responsabile per alcuni di tali crimini. È giunto il tempo che costui e gli altri latitanti vengano chiamati a rispondere delle proprie responsabilità, non siano più accolti a braccia aperte e ci si batta ovunque a favore della giustizia e delle vittime.”

NPSG conduce in Libia un programma sulla Giustizia di Transizione, assistendo società civile e nascenti istituzioni nella costituzione di meccanismi e processi per la determinazione della verità e la realizzazione della giustizia. Per ulteriori informazioni, si prega di contattare Alison Smith, email asmith@npwj.org, tel. +32-2-548-3912 /+ 218 919386116, o Nicola Giovannini, email ngiovannini@npwj.org, tel. +32-2-548-39135.