Dichiarazione di Demba Traoré, Segretario Generale del Partito Radicale, Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, e Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“A seguito della richiesta del Presidente maliano, la Francia si è assunta la responsabilità di impegnarsi in un intervento militare a supporto delle forze lealiste del Mali, per fermare l’offensiva dei gruppi armati islamisti verso il sud del paese, e per prevenire il collasso dell’intero stato.
“In quanto attivisti per i diritti umani e strenui sostenitori dello stato di diritto e della giustizia, elogiamo la volontà della Francia di prendere l’iniziativa mentre la comunità internazionale sembra solo aspettare fino a quando sarà troppo tardi. Ci auguriamo che la comunità internazionale condivida questa responsabilità assicurando l’attuazione della Risoluzione 2085 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni in tutte le sue dimensioni: politica, securitaria e umanitaria. In particolare, tutti gli sforzi dovrebbero essere intrapresi per la restaurazione dell’ordine costituzionale basato sullo stato di diritto.
“Continuiamo ad essere molto preoccupati dalla grave crisi che sta minacciando di far piombare il Mali nel caos e nella violenza diffusa. Crimini di guerra e crimini contro l’umanità sono stati commessi da vari gruppi armati che stanno occupando la parte nord del paese, come l’arruolamento di bambini soldato, distruzione di edifici religiosi, rapimenti e stupri di civili. Attacchi deliberati contro i civili, incluso il sequestro di ostaggi, non devono diventare uno strumento di influenza politica e per raggiungere il potere e la legittimità.
“Di conseguenza, accogliamo con favore la decisione del Procuratore Generale della Corte Penale Internazionale Fatou Bensouda di richiedere il permesso alal Corte di iniziare un’indagine preliminare in risposta alla diffusione e gravità dei crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Mali dal gennaio 2012. Invitiamo inoltre le autorità del Mali, che devono assicurare il rispetto dei diritti umani nel contesto della riconquista del Nord, a verificare le accuse di abusi commessi da membri delle forze leali. Lo stesso governo maliano ha deferito la situazione alla Corte nel luglio 2012, vista la natura dei crimini e l’attuale incapacità del sistema giuridico nazionale di indagare e perseguire i responsabili. In quanto Stato Parte della CPI, il Mali ha cosi confermato il suo impegno per l’affermazione della giustizia e dello stato di diritto e per garantire che ogni grave violazione commessa all’interno del proprio territorio non rimanga impunita.
“Il popolo maliano aspira al rispetto delle loro istanze di pace e democrazia ed alla protezione dei propri diritti fondamentali. Coloro che vogliono approfittare dell’attuale situazione di confusione e instabilità violando questi principi base e perpetrando atti criminosi dovrebbero sapere che il mondo non resterà a guardare passivamente queste violenze, e che invece si assumerà la propria responsabilità di proteggere.
“Il Mali, oggi più che mai, necessita della pressione della comunità internazionale per fermare coloro che hanno commesso e continuano a commettere violazioni del diritto internazionale, così come chi li ha comandati, ricordando loro con fermezza e con le proprie azioni che l’impunità non verrà tollerata e che saranno messi di fronte alle proprie responsabilità per la commissione di questi gravissimi atti.”
Per ulteriori informazioni, contattare Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o al numero +32-(0)2-548-3915.