Dichiarazione di Emma Bonino, Vice Presidente del Senato e fondatrice di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Il Premio è senza dubbio un alto e prestigioso riconoscimento al progetto europeo che, nato sulle ceneri di due Guerre mondiali e di un genocidio, si è basato sulla forza e la visione dell’assunto “mai più guerra tra di noi”. Così è stato, e per questo l’Europa e in particolare i padri fondatori meritavano il Nobel già da tempo.
Ma la mia valutazione dell’Europa di oggi, con riferimento non solo alla gestione della crisi economico finanziaria, ma in particolare alla difesa dei diritti umani e alla promozione della democrazia e dello stato di diritto, è molto più sobria, per non dire cupa: immigrati e minoranze hanno difficoltà ad ottenere diritti esigibili, il contributo all’affermazione della democrazia e della pace alle nostre frontiere – in particolare nella sponda sud – è stato e continua ad essere irrilevante, in molti paesi nel cuore dell’Europa stessa democrazia e stato di diritto sono messi in discussione, e vedono la recrudescenza di nazionalismi e razzismi vari.
La lezione migliore che possiamo trarre da questo riconoscimento non è una valanga di autocongratulazioni e compiacimenti, ma pensare che si tratti di un riconoscimento per il passato, un monito severo per il presente e un incoraggiamento a fare meglio, per essere all’altezza delle nostre responsabilità nei confronti di tutti i cittadini, nessuno escluso, e di re-inventare il nostro presente e il nostro futuro.
Per questo rimango una convinta sostenitrice di un’evoluzione in senso federale dell’Unione Europea, quello che preferisco chiamare gli Stati Uniti d’Europa, perché non conosco altro metodo per tenere insieme un continente composto da 500 milioni di cittadini provenienti da 27 paesi, in una molteplicità di lingue e culture diverse, attraversato da flussi migratori epocali e che possa anche tornare ad esssere un baluardo contro ogni deriva populista e anti-democratica.”