NPSG accoglie la storica sentenza del TPIJ che riconosce la responsabilità del JNA per i crimini commessi in Bosnia-Erzegovina

7 Set, 2011 | Comunicati Stampa

Bruxelles-Roma, 7 Settembre 2011

Ieri la Prima Camera Penale del Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia (TPIJ) ha condannato Momčilo Perišić per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi in Bosnia-Erzegovina e Croazia. Perišić era l’ufficiale più alto in grado ed il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito del Popolo della ex-Jugoslavia (JNA) dal 26 agosto 1993 al 24 novembre 1998. L’ex ufficiale è risultato colpevole di favoreggiamento ed istigazione in omicidi, atti disumani, persecuzioni a sfondo politico, razziale e religioso, e per attacchi contro obiettivi civili a Sarajevo e Srebrenica condotti da militari sotto il suo comando. Perišić è stato condannato a 27 anni di prigione.

Dichiarazione di Alison Smith, consigliere legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito accolgono la condanna di Momčilo Perišić per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come un passo importante per il risanamento dell’ex-Jugoslavia e come un contributo fondamentale per stabilire la verità dei fatti durante il conflitto.

“Dopo 18 anni, questa storica condanna riconosce la responsabilità del JNA per i crimini commessi in Bosnia-Erzegovina e Croazia. Ciò deriva dal supporto logistico e di assistenza all’Esercito della Republika Srpska (VRS) e all’Esercito della Serbian Krajina (SVK), l’ auto-proclamata entità politica serbo-croata, da parte del JNA al fine di condurre le loro operazioni, inclusi crimini sistematici contro civili in località tra cui Sarajevo, Srebrenica e Zagabria.

“Dopo l’arresto degli ultimi fuggitivi ricercati dal TPIJ, il Generale Ratko Mladić e Goran Hadžić, questa condanna rappresenta un importante momento per la giustizia internazionale e per il TPIJ, che è stato creato per porre fine all’impunità di signori della guerra convinti di poter contare su oscuri meccanismi di real-politik per sfuggire alle proprie responsabilità. È un ulteriore passo verso il compimento degli obiettivi fondamentali del TPIJ e contribuisce a mandare il chiaro messaggio che l’impunità per crimini contro il diritto internazionale sta per finire, senza alcun riguardo per la nazionalità o il grado dei responsabili.

“Il TPIJ ha ancora trentacinque processi in corso ed è quindi necessario un impegno continuato e concertato al fine di assicurare processi equi per ciascuno degli accusati. È necessario quindi supporto e finanziamenti adeguati per le attività di sensibilizzazione del TPIJ in Bosnia, Serbia, Croazia e in altri paesi, per permettere alle vittime e alle comunità coinvolte di seguire e comprendere appieno i procedimenti, affinché vedano che giustizia è stata fatta. Questo è il minimo che la memoria delle vittime della Bosnia-Erzegovina, della Croazia e di altri innumerevoli atti di violenza perpetrati ovunque nel mondo richiede.

 
Per ulteriori informazioni, contattare Alison Smith all’indirizzo email asmith@npwj.orgo al numero +32-2-548-3912, o Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.orgo al numero +32-2-548-3915.