NPSG e il PRNTT si congratulano per l’emissione del mandato d’arresto per il Ministro Sudanese della Difesa; chiedono sforzi intensificati perché siano eseguiti anche gli altri arresti relativi alla situazione in Darfur
Oggi, la Prima Camera Preliminare della Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato d’arresto a carico di Abdel Raheem Muhammad Hussein per 41 capi d’accusa relativi a crimini contro l’umanità e crimini di guerra, presumibilmente commessi nel contesto della situazione in Darfur (Sudan). Hussein è attualmente il Ministro della Difesa Nazionale del Governo sudanese, nonché ex Ministro dell’Interno e Rappresentate Speciale del Presidente in Darfur. E’ sospettato anche di essere uno dei principali artefici degli attacchi arbitrari lanciati dalle forze armate sudanesi contro la popolazione Fur nelle città di Kodoom, Bindisi, Mukjar, Arawala e aree limitrofe, e anche contro la Milizia (Janjaweed).
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non C’è Pace Senza Giustizia:
“ Non C’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Non Violento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) si congratulano per la decisione della CPI di emettere un mandato d’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità ai danni di Hussein, come risposta significativa alle richieste di giustizia presentate dalla popolazione del Darfur. Con questa decisione la Corte dimostra ancora una volta di giocare un ruolo cruciale nella lotta contro l’impunità e per la messa in atto di meccanismi di giustizia transitoria.
“La Camera Preliminare della CPI ritiene che, nell’ambito del suo ruolo di Ministro dell’Interno, della Difesa, e di Rappresentante Speciale del Presidente in Darfur, Hussein ha contribuito in maniera determinante alla formulazione e messa in pratica della campagna repressiva a danno dei movimenti schierati contro il Governo. La Camera dispone di elementi sufficienti da far ritenere che, all’interno di questa campagna, siano stati commessi diversi crimini di guerra e contro l’umanità, tra cui omicidio, stupro, tortura, detenzione e gravi forme di privazione delle libertà fondamentali.
“NPSG e il PRNTT, quindi, si rivolgono alla comunità internazionale e agli Stati Parti affinché assicurino che l’ordine d’arresto per Hussein sia effettivamente eseguito, cosicché egli possa essere portato a rispondere delle accuse formulate a suo carico dalla Corte, e il suo mandato non resti ignorato come altri, sempre relativi alla situazione in Sudan, emessi in precedenza ma non eseguiti, compreso quello nei confronti del Presidente sudanese Omar al-Bashir.
“La storia stessa del Sudan ci mostra che garantire l’impunità per crimini così gravi non fa altro che incoraggiare la loro continuazione. Con questa recente decisione, invece, la CPI ha mandato un ulteriore chiaro messaggio, ovvero che la responsabilità per i crimini internazionali deve sempre essere affermata, indipendentemente dal grado di fedeltà politica o dal rango di chi li ha commessi. NPSG e il PRNTT sottolineano che, in una situazione come quella in Sudan, la persecuzione di tutti i destinatari di tali mandati d’arresto è imperativa, dal momento che risponde altresì al fondamentale interesse delle vittime. Deve essere fatto di più per assicurare l’arresto e l’estradizione di tutti questi ordini ancora in sospeso: tutti gli Stati e, soprattutto, i Membri della CPI devono inviare un segnale forte e chiaro in tal senso, per esempio rifiutando di accogliere presunti criminali di guerra sul loro territorio.
“La popolazione del Sudan e del Darfur meritano che sia data loro la possibilità di avere una pace duratura, che però richiede in cambio giustizia imparziale ed effettiva. La comunità internazionale deve sostenere la CPI in questo senso, e dimostrare chiaramente di essere dalla parte della verità e della giustizia, ma soprattutto da quella delle vittime di violazioni dei diritti umani”.
Per maggiori informazioni, siete pregati di contattare Alison Smith, all’indirizzo e-mail asmith@npwj.org o al numero +32 (0)2 548 3912, o Nicola Giovannini all’indirizzo e-mail ngiovannini@npwj.org o al numero +32 (0)2 548 3915.