Il 6 febbraio si sono svolte, come ogni anno, le celebrazioni della giornata internazionale “Tolleranza Zero” alle mutilazioni genitali femminili (MGF). Non c’é Pace Senza Giustizia, insieme con la sua fondatrice, l’on. Emma Bonino, si felicitano per la mobilitazione imponente, quest’anno incentrata sulla necessità di una Risoluzione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la messa a bando delle MGF.
“Tolleranza Zero” nei confronti di questa pratica, che rappresenta una violazione dei diritti umani di oltre 130 milioni di donne e bambine ogni anno, é stata espressa non solo in Italia e in Europa, ma anche in numerose capitali africane. La campagna di comunicazione a livello italiano “Decidi tu che segno lasciare”, é stata lanciata il 5 febbraio alla presenza di diversi esponenti del governo italiano, impegnato nel sostenere gli sforzi del gruppo di paesi africani per l’approvazione della Risoluzione.
Partner di Non c’é Pace senza Giustizia, della rete EuronetFGM e della rete IAC-CIAF (Inter-African Committee on Traditional Practices Affecting the Health of Women and Children) hanno organizzato una serie di eventi per fare della giornata di “Tolleranza Zero” un’occasione di sensibilizzazione e informazione della popolazione sui gravi danni causati dalle MGF e sulla necessità di combatterle attraverso strumenti legislativi appropriati che scoraggino e puniscano chi ancora le pratica. In Africa la mobilitazione é stata particolarmente varia sia nel tipo di eventi che nel target di partecipanti: dall’advocacy con i partecipanti al summit dell’Unione Africana di Addis Abeba, passando per la formazione ai parlamentari e ai funzionari ministeriali di Mauritania e Burkina Faso, per finire con le manifestazioni della società civile e delle attiviste per i diritti umani in Niger, Somalia e Camerun.
I dieci anni di campagne, conferenze e workshop guidati da Non c’é Pace Senza Giustizia, insieme con una fitta rete di organizzazioni impegnate sul campo contro le MGF, hanno permesso di far adottare legislazioni nazionali e strategie di contrasto più efficaci (oggi esistenti in 19 paesi), riconoscendo la legge come strumento indispensabile perché tale pratica venga efficacemente e definitivamente sradicata. Il 6 febbraio le organizzazioni di oltre 16 Paesi africani toccati dalla pratica hanno ribadito le loro richieste di impegno concreto nei confronti dei loro governi e della comunità internazionale: mettere a bando le MGF in quanto violazione dei diritti universali di donne e bambine. E’ tempo che la comunità internazionale ascolti queste voci, che uscirebbero rafforzate e incoraggiate dall’approvazione di una Risoluzione della Nazioni Unite contro le MGF.
Per informazioni contattare Betty Pagotto, +32 2 548 39 10, bpagotto@npwj.org