Il Rapporto Annuale del Parlamento Europeo sui Diritti Umani nel Mondo nel 2011, preparato dallo Special Rapporteur Richard Howitt (S&D MEP), è stato approvato ieri dal Parlamento stesso in sessione plenaria. Il Rapporto delinea lo stato dei diritti umani nel mondo nel 2011, e valuta l’impegno dell’Unione Europea (UE) nel promuovere i diritti umani attraverso le sue politiche. Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Non-Violento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono con favore la chiara presa di posizione, assunta dal Parlamento Europeo con tale documento, su diversi aspetti delle sue politiche che riteniamo essere delle priorità per l’Unione Europea ed i suoi Stati membri nell’ambito della protezione e promozione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto in tutto il mondo.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di NPSG, e Matteo Angioli, membro del Consiglio Generale del Partito Radicale:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Non-violento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT), supportano pienamente ed evidenziano, all’interno del Rapporto, il pieno riconoscimento del fatto che una pace duratura non possa essere raggiunta attraverso accordi volti a proteggere coloro che violano i diritti umani ed il diritto internazionale umanitario, e che la giustizia ed il riconoscimento delle responsabilità individuali sono pilastri essenziali per costruire Stati solidi, basati sul rispetto dello stato di diritto, di valori democratici e dei diritti umani. In sintonia con il Rapporto Annuale del Parlamento sui Diritti Umani nel mondo, relativo al 2007,redatto dall’eurodeputato radicale italiano Marco Cappato, il documento adottato oggi riafferma in maniera altrettanto convinta, che il metodo della non-violenza deve essere promosso e sostenuto in tutto il mondo come uno strumento politico essenziale ed efficace in termini di prevenzione dei conflitti e supporto alla democrazia, allo stato di diritto ed alla società civile.
“In maniera significativa, il Parlamento si rivolge al Consiglio ed alla Commissione perché proseguano nei loro sforzi per promuovere la ratifica e l’attuazione universale dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (CPI), e sottolinea che il filone principale della giustizia internazionale deve, sistematicamente, prendere in considerazione anche la lotta all’impunità nel più ampio contesto del commercio, dello sviluppo e del sostegno allo stato di diritto. A questo fine, il Rapporto raccomanda che lo Statuto di Roma della CPI sia inserito nel complesso dei trattati internazionali sul buon governo e lo stato di diritto, che i Paesi terzi che vogliono essere ammessi al Sistema delle Generalised Preferences Plus (GSP+) devono ratificare, così come raccomanda la sistematica inclusione delle disposizioni della CPI tra le clausole relative a diritti umani e democrazia negli accordi tra UE e Paesi terzi.
“I diritti delle donne sono un altro tema chiave che, suggerisce il Parlamento Europeo, dovrebbe essere incluso in tutte le occasioni di dialogo dell’UE sui diritti umani, al fine di combattere la discriminazione e la violenza contro donne e bambine, comprese, in maniera significativa, anche tutte le dannose pratiche tradizionali e rituali come le mutilazioni genitali femminili (MGF) ed il matrimonio forzato. Accogliamo con favore il fatto che il Rapporto Annuale di quest’anno ribadisca in maniera forte che queste pratiche costituiscono una grave violazione dei diritti umani e dell’integrità psico-fisica di donne e bambine, che deve essere combattuta attraverso leggi che le mettano al bando, e che si congratuli con i Capi di Stato africani per l’adozione, al termine del Summit dell’Unione Africana nel luglio 2011, di una Decisione in supporto di una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che metta al bando le MGF in tutto il mondo.
“Come anche affermato nel Rapporto, vorremmo sottolineare che un approccio coerente dovrebbe anche concentrarsi sul rafforzamento della capacità di azione degli attivisti per i diritti umani e sulla promozione di meccanismi di dialogo ed interazione tra loro ed i rispettivi governi sui temi delle riforme democratiche e della promozione dei diritti umani, in particolar modo quando sono già in atto dei processi di democratizzazione. Secondo quanto emerso dai movimenti della “Primavera Araba”, le ONG locali ed i gruppi di cittadini giocano un ruolo fondamentale nel mobilitare le persone ed incoraggiare la loro partecipazione alla vita pubblica, sia conducendo campagne di educazione e sensibilizzazione volte ad informarle sui loro diritti, sia dando loro la possibilità di capire ed abbracciare la democrazia. Sostenere il coinvolgimento e la partecipazione di attivisti non violenti e di difensori dei diritti umani è il mezzo più adeguato per l’avanzamento della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali in tutto il mondo”.
Per ulteriori informazioni, contattare Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o al numero +32 (0)2 548-3915.