Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non C’è Pace senza Giustizia:
“Fin dal suo principio, la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Uniti ha documentato alcune delle peggiori violazioni dei diritti umani e delle norme di diritto internazionale mai raccolte da un corpo delle Nazioni Unite. Queste informazioni sono state fornite e confermate grazie al coraggioso lavoro degli attivisti siriani per i diritti umani e ai quasi quotidiani reports dei media. Il fatto che la consapevolezza di ciò che sta accadendo non ha ancora portato ad alcun tipo di responsabilità, con la risultante impunità, alimentata da sempre più gravi violazioni, è chiaramente frustante per la Commissione, una frustrazione che noi condividiamo.”
Nel suo nono Report, la Commissione indica che “è di cruciale importanza per la comunità internazionale adottare una strategia comune ed efficace che affronti il problema dell’impunità nella Repubblica Araba Siriana (para 139). Un modo per farlo potrebbe essere quello di far capire chiaramente ai presunti colpevoli che le loro azioni non stanno passando inosservato, che la comunità internazionale sta osservando e che la giustizia agirà di conseguenza (paras 140, 141). Con una mossa senza precedenti, la Commissione ha affermato che “non pubblicare i nomi a questo punto dell’inchiesta potrebbe rinforzare l’impunità che la Commissione ha il dovere di combattere (para 140).
Non C’è Pace Senza Giustizia è d’accordo con la Commissione nel considerare che una soluzione politica del conflitto sarà più difficile da ottenere poiché coloro che hanno maggiori responsabilità per le violazioni commesse ricoprono gli incarichi di maggior autorità in tutto il paese. Non nominare i presunti colpevoli ha influenzato direttamente le dinamiche politiche del conflitto in Siria, specialmente dopo l’attacco chimico a Ghouta, derivato dall’aspettativa secondo cui attacchi imponenti e sistematici contro la popolazione civile non provocano costi politici, ma anzi, saranno ricompensati con crescente legittimazione e potere.”
Insistiamo perché i 47 membri del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite sostengano la popolazione siriana richiedendo che la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria pubblichi i nomi dei presunti colpevoli, così come proposto, come strumento concreto per sostenere il proprio mandato nella lotta contro l’impunità e per permettere alla Commissione di continuare nel suo compito di documentare le violazioni in Siria.”
La brutalità del regime di Assad e l’aspettativa di impunità per i crimini ha alimentato la violenza non solo in Syria, ma in tutta la regione, così come dimostrano i crimini commessi dall’Isis in Siria, Iraq e in altre zone. Non è solo per la popolazione siriana, ma anche per tutti gli abitanti della regione e del mondo che un’azione forte dev’essere intrapresa ora”.
- Lettera aperta ai 47 membri del Consiglio ONU sui diritti umani (inglese)
- Progetto di NPSG sulla giustizia e l’attribuzione di responsabilità in Siria
- “Between the Millstones: Iraq’s Minorities Since the Fall of Mosul”, Rapporto pubblicato da IILHR, MRG, NPSG/NPWJ e UNPO, febbraio 2015
Per ulteriori informazioni contattare Gianluca Eramo (Coordinatore del programma Democrazia nella regione Mena) all’indirizzo geramo@npwj.org o Nicola Giovannini (Coordinatore dell’Ufficio stampa) all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o al +32-2-548-3915.