Bruxelles – Roma, 1 maggio 2020
NPWJ si congratula per l’adozione da parte del governo di transizione sudanese di una legge specifica che vieta le mutilazioni genitali femminili (MGF), un passo fondamentale verso una nuova era per la protezione dei diritti delle donne in un paese in cui la prevalenza della pratica è una tra le più alte registrate al mondo. Secondo le stime delle Nazioni Unite, circa 9 donne sudanesi su 10 sono state sottoposte alla forma più estrema di MGF che viola i diritti umani.
In base all’emendamento al Codice Penale locale approvato dal governo di transizione del Sudan il 22 aprile, chiunque compia MGF all’interno di un istituto medico o altrove rischia tre anni di reclusione e una multa. Siamo estremamente lieti che il Sudan abbia ora, per la prima volta, una legge autonoma a livello nazionale che criminalizza le MGF in modo esplicito e inequivocabile.
NPWJ e i suoi partner della campagna BanFGM hanno costantemente sottolineato che l’adozione e l’applicazione di una legislazione esplicita ed efficace, supportata da sanzioni e dal divieto di ogni forma di MGF, siano fattori fondamentali e cruciali per combattere con successo questa forma di violenza di genere promuovendo la sua l’eliminazione, per proteggerne le vittime e per porre fine all’impunità trattenendone gli autori. La presenza di una specifica norma rafforza, inoltre, la legittimità e l’impatto delle attività di sensibilizzazione condotte dagli attivisti locali anti-MGF e dalle associazioni a sostegno dei diritti delle donne, volte a porre fine ad una pratica che viola i diritti umani.
In seguito all’abrogazione dello scorso novembre della legge sull’ordine pubblico che limitava fortemente la libertà delle donne di vestirei, muoversi, associarsi, lavorare e studiare, l’adozione del disegno di legge anti-MGF è un’altra risposta concreta alle richieste espresse e al ruolo di primo piano svolto dalle figure femminili nelle proteste urbane, durate nove mesi, che nell’aprile dello scorso anno hanno cacciato l’autocrate di lunga data Omar Al Bashir.
Esortiamo le autorità sudanesi a mettere in atto prontamente le nuove disposizioni, per sradicare le MGF una volta per tutte e per lanciare una campagna di sensibilizzazione su vasta scala coinvolgendo le comunità nelle aree in cui si svolge ancora tale pratica, ad oggi non solo degradanti ma anche illegali. Ci auguriamo anche di vedere l’impegno governativo nel campo dei diritti delle donne ulteriormente confermato con la messa al bando di altre usanze discriminatorie e violente come il matrimonio precoce e forzato e lo stupro coniugale, pratiche che negano alle donne l’accesso alle forme più elementari di autonomia personale e autodeterminazione.
Per maggiori informazioni, contattare Nicola Giovannini, email: ngiovannini@npwj.org