Chokri Belaid, una delle personalità politiche più in vista dell’opposizione in Tunisia e leader della Coalizione del Fronte Popolare, è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco questa mattina di fronte alla sua casa a Tunisi. La notizia dell’omicido ha suscitato sgomento e spinto migliaia di persone a radunarsi per protestare in varie parti della capitale, anche di fronte al Ministero degli Interni nell’Avenue Bourghiba, e in altre città del paese. La morte di Belaid giunge in un momento in cui la Tunisia sta vivendo un aumento della violenza politica e del clima di intimidazione contro l’opposizione e gli attivisti per i diritti umani, due anni dopo le rivolte popolari che hanno spinto il Presidente Ben Ali alla fuga.
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) ed il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito condannano fermamente l’omicidio di Chokri Belaid, una delle figure politiche dell’opposizione più in vista della Tunisia. Le ragioni dei colpevoli rimangono ancora sconosciute, ma questo episodio costituisce solo la punta dell’iceberg di una situazione politica in continuo deterioramento.
“Solamente ieri, Belaid aveva presenziato ad una conferenza stampa, durante la quale aveva richiesto a tutti i partiti politici di unirsi per un dialogo nazionale, per lanciare un forte messaggio contro la violenza. Negli ultimi mesi, la scena politica tunisina è stata caratterizzata da un crescente livello di violenza ed intimidazione nei confronti dell’opposizione politica e dei difensori per i diritti umani, ed il Governo non è stato sempre chiaro sulla necessità di giustizia nei confronti dei sospetti criminali. Questo messaggio ambiguo ha solamente esacerbato il clima generale, rendendo gli individui più violenti ed aggressivi poiché si sentono protetti dalla cultura dell’impunità.
“Subito dopo la caduta del Presidente Ben Ali, la Tunisia ha rafforzato il proprio impegno verso i diritti umani firmando trattati internazionali, incluso lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Si è poi lanciata in un processo di consultazione con la popolazione che ha portato al progetto di legge sulla giustizia di transizione, che è attualmente oggetto di discussione da parte dell’Assemblea Nazionale Costituente. Oggi, la promessa che aveva fatto la Tunisia di rispettare lo stato di diritto è messa in discussione: è indispensabile quindi assumere una netta posizione contro l’impunità e la violenza, per salvaguardare il suo futuro e dare nuova linfa ai principi che hanno sostenuto la Rivoluzione.
“Richiediamo al Governo di portare di fronte alla giustizia i responsabili di tutti gli atti criminali commessi in Tunisia e di effettuare indagini complete ed imparziali sull’omicidio di Chokri Belaid. Solo la giustizia ed il rispetto per lo stato di diritto possono fermare l’attuale spirale di violenza che si sta creando nel paese. Al contrario, l’impunità non farebbe altro che gettare ulteriore benzina sul fuoco.
“Da questa mattina, i tunisini di tutte le città hanno cominciato a riversarsi spontaneamente nelle strade per manifestare contro questo ignobile atto così lontano dalla cultura di pace che caratterizza la maggioranza della popolazione. Restiamo al fianco degli attivisti nonviolenti impegnati per realizzare una società pacifica, democratica e libera, dove i diritti umani sono garantiti. Tutte le parti interessate, specialmente i rappresentanti del Governo, devono assumersi la responsabilità di mettere in pratica tutte le misure necessarie per prevenire il diffondersi della violenza politica.”
Per ulteriori informazioni, contattare Greta Barbone all’indirizzo gbarbone@npwj.org o al numero +216 28385079 oppure Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.org o al numero +32 2 548-39 15.
Per ulteriori informazioni sul lavoro di NPSG e KADEM sulla giustizia di transizione in Tunisia, cliccare qui.