Bruxelles-Roma-New York, 1 Settembre 2014
La sera del 24 agosto 2014, la giovane attivista tunisina per i diritti umani ed esperta legale Héla Boujneh si è recata alla stazione di polizia di Sousse per aiutare suo fratello, detenuto per aver guidato una motocicletta senza documenti, ed è stata arrestata. Durante l’arresto e nel corso della detenzione durata l’intera notte la Signora Boujneh ha riportato di essere stata aggredita fisicamente e verbalmente dagli ufficiali di polizia senza aver la possibilità di accedere al proprio avvocato. Al suo rilascio è stata inviata al Pubblico Ministero di Sousse che le ha notificato di essere accusata di “agressione e violenza nei confronti di pubblico ufficiale”. La sua prima apparizione in tribunale è il 2 Settembre 2014. Se le accuse saranno confermate Héla Boujneh rischia di essere condannata fino a due anni di prigione. Héla Boujneh, nominata nel 2013 personalità dell’anno per la Tunisia dal French Institute e l’Ambasciata francese, è coordinatrice regionale della Associazione per la Difesa dei Diritti Umani. Ha un dottorato in legge ed è un membro dell’associazione Gioventù Tunisina e amministratore e rappresentante del network Active Generation.
Dichiarazione di Niccolò Figà-Talamanca, Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito condannano il numero crescente di abusi di potere della polizia tunisina, in particolare nei confronti di attivisti per i diritti umani e di giovani. Gli ultimi fatti riportati riguardo l’arresto di Héla Boujneh e le seguenti intimidazioni e abusi ai quali è stata sottoposta sono un esempio vergognoso di questa pratica sempre più estesa.
“Questi incidenti risvegliano oscuri ricordi dei tempi del regime del ex-Presidente Ben Ali e sono un esplicito rifiuto ai principi su cui la nuova Tunisia è stata fondata. Héla Boujneh è una giovane donna di talento che lotta per ancorare il futuro del proprio paese ai valori democratici, allo stato di diritto ed al rispetto per i diritti umani e dovrebbe essere elogiata per la sua dedizione e per i suoi atti.
“Ci appelliamo alle autorità tunisine per assicurare che a Héla Boujneh sia garantito un giusto processo e ci auguriamo che tutte le accuse contro di lei siano ritirate. Le autorità tunisine dovrebbero anche assicurarsi che le accuse di qualsivoglia forma di maltrattemento o abuso della polizia tunisina, sia in prigione che fuori, siano dovutamente e indipendentemente investigate così che gli eventuali responsabili ne siano chiamati a rispondere.”
- Firma la petizione online all’indirizzo freehela.wesign.it
Per ulteriori informazioni, contattare Greta Barbone all’indirizzo gbarbone@npwj.org oppure al numero +39 06 689 792 62 oppure Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.org oppure al numero +32 2 548 39 15.