Ieri, il Parlamento ucraino ha votato per deferire il latitante Presidente ucraino Viktor Yanukovich, l’ex Ministro degli Interni Vitaly Zakharchenko e l’ex Procuratore generale Viktor Pshonka alla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini contro l’umanità commessi tra il 30 novembre 2013 e il 22 febbraio 2014. La risoluzione è stata approvata dal parlamento con 324 voti a favore, su un totale di 450 deputati, superando così la maggioranza dei due terzi. L’Ucraina ha firmato lo Statuto di Roma della CPI il 20 gennaio 2000 e divenne il primo Stato non-membro ad aderire all’accordo sui privilegi e le immunità della Corte il 29 gennaio 2007.
L’Ucraina non ha ancora ratificato lo Statuto di Roma della CPI e in una sentenza del luglio 2001 la sua Corte Costituzionale ha espressamente fatto richiesta di un emendamento costituzionale prima della ratifica. La decisione della Corte Costituzionale non è vincolante per la CPI, che applica i propri criteri di ammissibilità, ma è vincolante per le autorità ucraine, in particolare quando si tratta di arresti e trasferimenti.
Affinché l’Ucraina dia effettiva giurisdizione alla CPI nell’arco temporale indicato dal Parlamento ucraino col voto di oggi, è necessaria una modifica della Costituzione in base al capitolo XIII e la conformità con la sentenza della Corte Costituzionale del 2001. A quel punto potrà sia ratificare lo Statuto di Roma e sottoporre formalmente la propria situazione alla CPI ai sensi dell’articolo 14 o, in alternativa, presentare una formale dichiarazione con cui accetta la giurisdizione CPI ai sensi dell’articolo 12 (3) chiedendo che la Procura apra un’inchiesta con applicazione retroattiva ai sensi dell’articolo 11 (2).
In entrambi i casi, la Rada deve comunque dar seguito alla risoluzione odierna, con una decisione concreta di modificare la Costituzione e dar mandato al nuovo Governo ucraino di prendere le misure necessarie all’Aja per investire la CPI dei crimini presunti. Solo allora il Procuratore della CPI sarà in grado di procedere alla fase successiva, quella per determinarne l’ammissibilità.
Il Parlamento ucraino ha l’opportunità di inviare un segnale forte alla popolazione che il principio di legalità ha un significato in una nuova Ucraina, trasformando la dichiarazione di oggi in uno strumento giuridico e operativo per sostenere lo stato di diritto e incorporarlo nei propri sistemi giudiziario e politico. Il Parlamento dovrebbe usare questa opportunità per apportare le necessarie modifiche costituzionali e ratificare lo Statuto di Roma, dal momento che più di due terzi dei suoi membri oggi ha espresso un voto favorevole della CPI. Così facendo, la Rada sarà in grado d’intraprendere un percorso di legalità capace di aiutare l’Ucraina meglio degli aiuti finanziari e del sostegno economico offerti dalla comunità internazionale.
Delegazione a Kiev dal 21 febbraio 2014
Dal 21 al 26 febbraio, una delegazione del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito e di Non c’è Pace Senza Giustizia è presente a Kiev per incontrare i rappresentanti del movimento Euromaidan e i membri dell’opposizione. Nel quadro di questa visita, hanno incontrato tra gli altri Mustafa Dzhenylov, deputato e leader dei Tartari di Crimea, ex dissidente politico, Alexandra Novitchkova, volontaria di Euromaidan SOS, Maria Tomak, giornalista e volontaria di Euromaidan SOS e del Centro per le Libertà Civili, Ostap Kridik, portavoce del Comitato per l’Autodifesa.
I servizi di Radio Radicale
Antonio Stango a Kiev, 25 febbraio 2014
Intervista di Antonio Stango all’Ambasciatore italiano a Kiev Fabrizio Romano, 25 febbraio 2014,
Intervista di Laura Harth a Ostap Kridik, portavoce del Comitato per l’Autodifesa,
Kiev 2014: “Gli eroi non muoiono mai”, Laura Harth, RadicalNonviolentNews # 7
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