Bruxelles – Roma, 17 aprile 2014
Oggi, il Capo della Cancelleria della Corte Penale Internazionale (CPI), Herman von Hebel, ha ricevuto una dichiarazione dall’Ucraina che accetta la giurisdizione della CPI per presunti crimini commessi nel suo territorio tra il 21 novembre 2013 e il 22 febbraio 2014. L’Ucraina ha firmato lo Statuto di Roma, il trattato istitutivo della CPI, il 20 gennaio 2000, ma non l’ha ancora ratificato. La dichiarazione è stata presentata richiamando l’articolo 12 (3) dello Statuto di Roma, che permette ad uno stato non membro dello Statuto di sottoporsi alla giurisdizione della Corte. Ora, sulla base delle informazioni ricevute e raccolte, sta al procuratore della CPI determinare l’ammissibilità della richiesta e decidere se aprire un’investigazione o meno.
Dichiarazione rilasciata da Alison Smith, Consigliere Legale e Direttore del programma di Giustizia Penale Internazionale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT) accolgono l’accettazione formale, da parte del governo ucraino, della giurisdizione della CPI per presunti crimini commessi tra il 21 novembre 2013 e il 22 febbraio 2014 come un passo importante per accertare le responsabilità e rafforzare lo stato di diritto all’interno del paese.
Tuttavia è deplorevole che la data finale del deferimento escluda la giurisdizione della CPI sull’attuale allarmante situazione in Crimea. L’Ucraina non dovrebbe limitare lo scopo temporale della dichiarazione – permettendo una data finale indeterminata per la giurisdizione dimostrerebbe il suo impegno nell’attenersi al diritto bellico. Questo moltiplicherebbe anche l’effetto deterrente che la giurisdizione della Corte avrebbe nel prevenire l’esecuzione di crimini in Crimea, compreso il potenziale inquietante spettro dei crimini contro le minoranze.
Invitiamo inoltre l’Ucraina a prendere tutte le misure legislative necessarie per ratificare lo Statuto di Roma e assicuare la sua adatta implementazione. L’Ucraina non ha ancora ratificato lo Statuto di Roma e nel luglio 2001, in una decisione, la sua Corte Costituzionale ha esplicitamente richiesto una modifica costituzionale prima che la ratificazione possa avvenire. Il Parlamento ucraino dovrebbe rispondere a questa contestazione legale da un lato per incorporare, completamente e correttamente all’interno del suo sistema giudiziario e politico, il suo impegno nella lotta contro l’impunità per gravi crimini sotto il diritto internazionale, e dall’altro per assicurare il fatto di avere una base legale per collaborare con la CPI. Così facendo il Rada manderebbe un segnale forte al popolo ucraino, ovvero che il principio di legalità ha valore in una nuova Ucraina.
Per ulteriori informazioni contattare Alison Smith all’indirizzo asmith@npwj.org o al numero +32-(0)2-548-3912 oppure Nicola Giovanniniall’indirizzo ngiovannini@npwj.org o +32-(0)2-548-3915.