Violazione dei diritti umani in Arabia Saudita: il PE esorta l’UE a declassare la sua partecipazione al vertice G20

8 Ott, 2020 | Comunicati Stampa

Bruxelles, 8 ottobre 2020

Giovedì 8 ottobre, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, gli eurodeputati hanno votato a larga e trasversale maggioranza (413 eurodeputati a favore, 49 contrari) una risoluzione che condanna fermamente il trattamento che l’Arabia Saudita riserva ai migranti etiopi, tra cui donne incinte, bambini e neonati. I migranti sono detenuti illegalmente in carceri sovraffollate e sopravvivono in condizioni subumane senza un adeguato accesso all’acqua e al cibo. Diverse organizzazioni umanitarie hanno segnalato decessi, anche di bambini, tentativi di suicidio e casi di torture perpetrati dalle guardie di sicurezza saudite. Inoltre, il Parlamento sottolinea con giustezza quanto questo quadro squallido si iscrive in un contesto più ampio di repressione diffusa e feroce del dissenso da parte delle autorità saudite, che comprende l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato saudita a Istanbul nel 2018, per il quale non sono state ancora adeguatamente accertate le responsabilità.

Oltre a richiedere l’attivazione del meccanismo di sanzioni in materia di diritti umani nei confronti dell’Arabia Saudita, NPSG si felicita soprattutto che il testo della risoluzione approvata esorti l’UE a declassare la sua rappresentanza istituzionale e diplomatica in occasione del prossimo vertice dei leader del G20 sotto presidenza saudita, così da non legittimare l’impunità delle gravi violazioni dei diritti umani e delle continue detenzioni illegali e arbitrarie operate in maniera sistematica dalle autorità del paese.

Come sottolineato da Hatice Cengiz, la fidanzata di Jamal Khashoggi che si batte da due anni, con NPSG al suo fianco, affinché questo assassinio non rimanga impunito, l’assenza dei leader occidentali alle riunioni del vertice G20 è un decisione non solo logica ma anche dovuta « per evitare di dare un’ ulteriore cauzione morale all’attuale amministrazione saudita la cui responsabilità nell’omicidio di Jamal è innegabile ma che riesce ancora a sfuggire alle conseguenze di questo atto ». In altri termini, se la comunità internazionale si vuole prevalere di una coerenza con i principi e i valori che pretende difendere, essa non può’ continuare a chiudere gli occhi sul vero volto del regime saudita.

Per maggiori informazioni, contattare Nicola Giovannini, Press & Public Affairs Coordinator, on ngiovannini@npwj.org org.