Dichiarazione di Non c’è pace Senza Giustizia
Nell’ultimo anno si è accertato un deterioramento palese dei più elementari diritti umani e civili in Arabia Saudita, “grazie” anche all’azione dell’astro nascente della famiglia reale, Mohammed Bin Salman, a lungo incensato sui media internazionali come il riformatore che avrebbe scosso l’immagine di uno dei paesi più repressivi del pianeta.
Senza parlare della feroce guerra che l’Arabia Saudita sta conducendo in Yemen, dove si è raggiunto un livello di crisi umanitaria come di rado in passato, per rimanere nei confini del regno basta citare il numero record di condanne a morte, la condizione di inferiorità in cui continuano a essere tenute le donne – costrette semplicemente a lasciare il paese quando possono come è successo alla giovane Saudita appena accolta come rifugiata dal Canada, per finire all’emblematico caso Khashoggi per capire con chi si ha a che fare.
A fronte di tutto questo, e senza nemmeno scomodare gli interessi dei lavoratori o dell’economia Nazionale, come nel caso della vendita di armi, cosa fa la nostra Lega calcio? Pensa bene di organizzare la finale della Supercoppa italiana a Gedda, fornendo – per un pugno di dollari viene proprio da dire – un fantastico assist a chi pensa che non sia successo nulla e ai fautori del business as usual.
Giocare in Arabia Saudita oggi, con gli spalti peraltro rigorososamente divisi, significa seppellire ogni processo affidabile di ricerca della verità sul caso Khashoggi e ogni tentativo di denuncia di un paese che dovrebbe invece essere chiamato a rispondere di questo e di molto altro. Altri paesi coraggiosi lo stanno facendo, noi ci apprestiamo ad una diretta TV della vergogna.