I Ministri degli Esteri e i leaders delle Nazioni Unite, della Lega degli Stati Arabi, dell’Organizzazione della Conferenza Islamica, dell’Unione Europea e della NATO si sono riuniti oggi a Roma, Italia, per discutere di ulteriori provvedimenti necessari per intensificare gli sforzi internazionali mirati alla protezione dei civili in Libia e per aiutare a trovare una soluzione politica duratura alla crisi, ristabilendo la pace e la sicurezza nell’intera regione.

Dichiarazione di Alison Smith, consigliere legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“L’aaosicazione radicale Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito esortano la comunità internazionale a fornire pieno e completo supporto alla Corte Penale Internazionale (CPI) nello svolgimento del suo mandato volto ad assicurare l’accertamento delle responsabilità per tutte le presunte violazioni del diritto penale internazionale commesse in Libia.

“Come riportato ieri dal Procuratore della CPI Luis Moreno-Ocampo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’investigazione in corso sulle violente azioni repressive del governo libico contro i dimostranti pro-democratici ha permesso di trovare prove credibili di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità commessi contro la popolazione civile da parte delle forze leali a Moammar Gadhafi.

“In considerazione del fatto che continuano a circolare notizie di potenziali gravi crimini compiuti in Libia, NPSG e il PRNTT lanciano un appello a tutti gli Stati, in particolare ai membri del Gruppo di Contatto, e alle altre organizzazioni regionali e internazionali interessate affinché queste cooperino pienamente con la CPI per mettere la Corte nelle condizioni di portare avanti le sue indagini, facilitando la raccolta e la protezione delle informazioni e delle prove pervenute da tutte le fonti rilevanti all’interno come all’esterno dello Stato. È di fondamentale importanza che si pervenga ad un consistente rafforzamento del messaggio che coloro ritenuti responsabili dei crimini commessi dovranno rispondere delle loro azioni di fronte ad un tribunale, che sia la Corte Penale Internazionale o un altro tribunale.

“Con la sua decisione unanime di deferire la situazione in Libia alla CPI, il Consiglio di Sicurezza ha iniziato a delineare la sua responsabilità di proteggere la popolazione libica mandando al suo tirannico leader un chiaro messaggio relativo al fatto che l’impunità non rappresenta più un’ opzione. Ma per fare in modo che la violenza finisca, la comunità internazionale deve continuare a esercitare la sua pressione sul regime di Gadhafi, utilizzando qualsiasi mezzo e strumento in suo possesso e riaffermando che la giustizia e la lotta contro l’impunità saranno gli elementi centrali di qualsiasi accordo politico che sarà raggiunto.

“È necessario fare ciò per il popolo della Libia e anche per tutti i popoli della regione, il cui sogno tanto atteso di vivere all’interno di società democratiche nel totale rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani sta finalmente giungendo a realizzazione. La comunità internazionale ha il dovere nei loro confronti di assicurare che le azioni di un tiranno non sopprimeranno la sete di democrazia e rispetto dei diritti umani della regione attraverso l’uso della forza, della violenza e della paura.”

Per maggiori informazioni contattare Alison Smith all’indirizzo email ccaracio@npwj.org o al numero +06-689-79-262 o Nicola Giovannini all’indirizzo email ngiovannini@npwj.org o al numero +32-2-548-3915.