Oggi mattina, Goran Hadzic è stato arrestato alle autorità serbe in Fruska Gora, nel nord est di Belgrado. Goran Hadzic, ex leader serbo dell’enclave di Krajina all’interno della Croazia durante la guerra civile jugoslava degli anni ‘90, è accusato di aver ucciso centinaia di croati, inclusa l’esecuzione di più di 250 prigionieri nella città di Vukovar nel 1991. Hadzic deve ora affrontare 14 imputazioni per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:
“Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito si congratulano per l’odierno arresto di Goran Hadzic, l’ultimo dei latitanti serbi ricercato dal Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia (TPI) per crimini di guerra, come una vittoria per la giustizia e un passo fondamentale nel processo di normalizzazione della ex-Jugoslavia.
“Due mesi dopo la cattura del Generale Ratko Mladic, l’arresto di Goran Hadzic conferma ulteriormente la determinazione del governo di Belgrado di chiudere i conti con il passato e di impegnarsi in favore dello Stato di Diritto e della giustizia, nonchè di assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei propri cittadini e della comunità internazionale. Si tratta di una dimostrazione cruciale della ridefinizione della Serbia come un Paese che si ancorai sempre più saldamente all’Unione Europea e rappresenta un punto di riferimento massimo in termini di ricongiunzione della Serbia alla comunità delle nazioni democratiche.
“NPSG e il PRNTT sperano e credono che il processo a Goran Hadzic e al Generale Mladic consentiranno al TPI di soddisfare il suo obiettivo principale e dimostrare che alla violenza non può più essere consentito di trionfare sulla giustizia. Il ricordo delle vittime sia di Vukovar che di Srebrenica e di altri innumerevoli atti di violenza in tutto il mondo non chiedono nulla di meno.”
“C’è bisogno di sforzi continui e concertati per favorire un processo giusto ed equo a Goran Hadzic e al Generale Mladic dinanzi al TPI, compresa la garanzia di un adeguato supporto e finanziamenti fino ad includere qualsiasi eventuale appello. Ci deve essere anche un adeguato supporto e finanziamento per consentire al TPI di condurre attività di sensibilizzazione nei confronti delle vittime e delle comunità interessate in Bosnia, Serbia e altrove, per permettere loro di capire e seguire i procedimenti e vedere, per se stessi, che si sta facendo giustizia.
Per ulteriori informazioni, contattare Nicola Giovannini all’indirizzo e-mail ngiovannini@npwj.org o al numero telefonico +32-2-548-3915.