NPSG esorta il Ciad ad arrestare il Presidente al-Bashir

8 Ago, 2011 | Comunicati Stampa

Il Presidente del Sudan Omar al-Bashir è arrivato ieri nella Repubblica del Ciad per partecipare alla cerimonia in seguito alla rielezione del capo di Stato Idriss Deby Itno. Il Presidente sudanese è soggetto ad un mandato di arresto da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi contro la popolazione civile in Darfur. Il Ciad è uno Stato Membro della CPI e come tale ha l’obbligo, sancito dal trattato istitutivo, di arrestare chiunque sia oggetto di un mandato di arresto della Corte.

Dichiarazione di Alison Smith, Consigliere Legale di Non c’è Pace Senza Giustizia:

“Non c’è Pace Senza Giustizia e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito chiedono al governo del Ciad di ottemperare ai suoi obblighi di Stato Membro della CPI e arrestare il Presidente del Sudan Omar al-Bashir finché si trova sul suo territorio. È la seconda volta che il Presidente sudanese visita il Ciad mentre è soggetto ad un mandato di arresto internazionale: il Ciad dovrebbe adempiere agli obblighi presi firmando lo Statuto di Roma, istitutivo della CPI, anziché offrire ospitalità ai fuggitivi dalla Corte stessa”.

“Richiamiamo, inoltre, l’attenzione della Corte affinché possa pronunciarsi contro l’atteggiamento del Ciad di accogliere il Presidente del Sudan e possa, così, usare tutti i mezzi possibili per esortare il Governo ad eseguire il mandato di arresto prima che egli lasci il paese.”

“La Corte e gli Stati Membri dovrebbero anche rendere noto al governo del Ciad che ogni fallimento nell’adempiere ai suoi obblighi avrà inevitabilmente delle conseguenze. I giudici della CPI potrebbero giungere alla conclusione che la non cooperazione del Ciad ha impedito alla Corte di esercitare le sue funzioni e potrebbero riferire la questione all’Assemblea degli Stati Membri o al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Chiediamo, quindi, che la Corte e gli Stati membri si preparino ad adottare tali provvedimenti, qualora necessari.”

“Centinaia di milioni di vittime delle violenze in Darfur vivono ora come rifugiati nel Ciad e la CPI ha affermato che ci sono motivi per credere che il Presidente al-Bashir possa essere responsabile per alcuni di tali crimini. Ora non è tempo di consolidare il potere del Presidente al-Bashir, particolarmente ora che il Presidente Deby inizia un nuovo mandato. A questo proposito, il Presidente del Ciad dovrebbe iniziare il proprio mandato schierandosi a favore dei diritti umani e dichiarando che l’impunità non sarà più tollerata. Oggi il Ciad può segnare un punto a favore della pace nella regione, eliminando dall’equazione uno degli attori che è maggiormente responsabile del perdurare di decenni di instabilità”.
Per ulteriori informazioni, contattare Alison Smith all’indirizzo email asmith@npwj.org o al numero +32-2-548-3912, o Nicola Giovannini all’indirizzo ngiovannini@npwj.orgo al numero +32-2-548-3915.