Carmelo Palma, Linkiesta, 18 maggio 2024
Quando il 9 dicembre del 2022 scoppiò il cosiddetto Qatargate tra gli arrestati, accusati di fare parte della rete di Antonio Panzeri e di essere o spalloni o usufruttuari delle valige piene di contanti trovate all’ex eurodeputato del Partito democratico, spuntò anche il nome di Niccolò Figà Talamanca, segretario generale di “Non c’è Pace senza Giustizia” (No Peace Without Justice, Npwj), la Ong fondata da Marco Pannella e Emma Bonino nel 1994.
Personaggio sconosciuto al grande pubblico, ma noto e apprezzato tra gli addetti ai lavori come studioso e attivista della causa dei diritti umani e della giustizia internazionale e organizzatore di campagne politiche e di advocacy sui temi più disparati, Niccolo Figà Talamanca venne tenuto in carcere due mesi, poi interrogato e scarcerato senza condizioni. Non aveva confessato e per lui, come per altri nomi finiti in quell’inchiesta, non c’era alcuna prova, né alcun indizio di coinvolgimento in attività illecite, ma solo una nota contiguità in attività lecite con Fight Impunity, la Ong di Panzeri. Tanto bastava.